THIESI. A seguito di altri tre âsiddadosâ (tesori nascosti) precedentemente pubblicati, la Pro Loco ha dato alle stempe il libro âPeppinu Mannu e à teros disterradosâ, una raccolta di âcantonesâ di poeti emigrati e morti âin terra anzenaâ. Come ha detto Giovanna Chesseddu (che insieme a Stefano Ruiu ha curato il libro) questi âòminesâ di Thiesi testimoniano la cultura di chi, pur non avendo avuto un'istruzione scolastica, ricamava metriche perfette. Va quindi automatico il collegamento a quanto scritto da Juanne Antoni Cossu evidenziandone la funzione sociale: âsu poeta est s'anima de su pòpuluâ. Uomini, quindi, testimoni della loro vita ma dell'intera âbiddaâ. Dopo i saluti del sindaco Gianfranco Soletta, Stefano Ruiu ha spiegato le caratteristiche e le conseguenze del âdisterruâ, dell'immigrazione, come intrecciate nelle poesie raccolte nel libro. Nostalgia, ma non solo. Il âdisterruâ è stato affrontato anche nella relazione di Paolo Pillonca come se si trattasse di un albero sradicato e trapiantato altrove. Con i rischi a ciò connessi: âsi pensi a un castagno di Tonara trapiantato in Campidano...non sunt totus sos òmines chi agguantant su disterru!â. Disterru e nostalgia (âdolore de torrareâ) presenti negli ebrei in Egitto con la terra promessa nei loro pensieri, nell'Odissea di Omero con Ulisse verso il ritorno a Itaca e nelle âsacre spondeâ della Zacinto di Ugo Foscolo. E proprio la lettura dell'opera di Foscolo da le stesse sensazioni di quelle offerte dai poeti raccolti in questo volume. à il caso di Giuanne Fiore nella bella Rodi, ma desideroso di tornare nella âpà tria nadaleâ thiesina. Ma Pillonca affronta anche âsas retrogasâ di Favore Serra e le qualità estemporanee di Peppinu Mannu: la disputa poetica (Sa lughe/S'iscuru, riportata nel libro) con Antoni Cubeddu, âsu babbai mannu de sas garasâ, dimostra come âsu disterruâ ci ha fatto perdere un improvvisatore che oggi avremo potuto sicuramente inserire tra i grandi della poesia improvvisata su palco. Con "su tenore" ad accompagnarli, a spezzare i versi e a farli riflettere per meglio controbattere davanti al pubblico. E proprio un tenore locale, âSu cunsonu tiesinuâ, ha condito la serata con le sue armonie ancestrali (anche cantando i testi di tiu Antoni Piredda) confermando Thiesi come il baricentro culturale del Meilogu...e non solo.