Ritorna lo spettro scorie nucleari. Meilogu protagonista nella battaglia del 2011

A Banari la più alta affluenza di tutta la provincia nel referendum di giugno

Mauro Piredda
09/12/2014
Attualità
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Il popolo sardo aveva recentemente respinto al mittente la possibilità che l'isola potesse diventare un deposito di stoccaggio delle scorie nucleari. Decisione netta attraverso due referendum: quello consultivo regionale del 15 maggio del 2011, organizzato dal comitato Si.NoNucle, e quello abrogativo nazionale del giugno dello stesso anno. Tuttavia, come sostenuto dal deputato Mauro Pili che presenterà alla Camera un interpellanza venerdì 12, la Sardegna continua a rimanere un'obiettivo del «Piano per il deposito unico nazionale di Sogin che sarà consegnato il 15 dicembre prossimo al governo».
In data odierna è nato ufficialmente un comitato contro questa prospettiva: «Abbiamo saputo che la commissione interministeriale ha deciso che tra le sei sedi dove dovrebbero essere stoccate le scorie c'è la Sardegna - ha spiegato Giacomo Meloni della Confederazione sindacale sarda - La decisione finale arriverà per decreto il 15 dicembre. Non possiamo aspettare. Abbiamo già contattato il presidente della Regione, deve far sapere che il popolo sardo dice no a questo progetto che potrebbe cancellare il referendum del 15 e 16 maggio del 2011 che ha sancito la volontà della maggioranza dei sardi di opporsi al conferimento di scorie nucleari e radioattive in Sardegna».

Tre anni fa la battaglia contro il nucleare aveva visto il Meilogu protagonista. Nell'intera subregione andò a votare il 54,7% degli elettori al referendum consultivo di maggio (lo sbarramento era del 33,3%). Nel referendum di giugno la maggior affluenza in tutta la provincia di Sassari si ebbe a Banari con il 71,43% di votanti (con il 99,22% dei voti favorevoli all'abrogazione delle nuove norme che consentivano la produzione nel territorio di energia elettrica nucleare).

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