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Bonnanaro, conclusa la prima parte dei lavori nella fonte storica di Malis

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Bonnanaro. Prosegue l’attività dell’amministrazione comunale per il recupero degli antichi siti del paese. Nelle scorse settimane si sono conclusi i primi interventi nella storica fonte di Malis, meta in passato di una sorta di pellegrinaggio per l’approvvigionamento dell’acqua. I lavori hanno riguardato la sistemazione della staccionata, danneggiata nel corso di un incendio, e la ripulitura della scalinata e del piazzale antistante. Già negli scorsi anni la stessa era stata oggetto di un lavoro di riqualificazione da parte della Provincia che, su sollecitazione del Comune, aveva provveduto alla costruzione, oltre della staccionata e dello spiazzo, anche delle vasche. Secondo il sindaco Antonio Marras con qualche limite. Infatti, a detta del primo cittadino «Il troppo pieno di quelle vasche non aveva nessun modo di scaricarsi a valle con la conseguente stagnazione dell’acqua nello spiazzo antistante. Ciò ha causato la formazione di una sorta di palude rendendo  la fonte impraticabile nel giro di poco tempo». Grazie al progetto dell’Unione dei Comuni del Meilogu “Passizendhe peri su  Mejlogu” e del finanziamento del Gal, è stato possibile riprendere in mano questa fonte. «Abbiamo proposto subito di ripulire la strada di accesso a Malis e alla fontana stessa. Il nostro progetto – così Marras –  è la creazione di un percorso turistico che comprende anche il nuraghe Malis, l’abitato troglodita, le rovine di “Sas Turres” e, andando più avanti, anche le domus di Sorroi e Corona Moltana». L’auspicio del sindaco è quello di poter realizzare il sogno che è stato del pittore bonnanarese Pasqualino Budroni: quello di vedere un laghetto a Malis. Ciò consentirebbe, a detta di Marras, la realizzazione, con una cifra poco dispendiosa, di un bacino che potrebbe essere utilizzato dalla Protezione Civile in caso d’incendi ma anche dai pastori per abbeverare il bestiameNelle vicinanze della fonte è anche presente un ciliegio secolare. «Il nostro intento – ha concluso il sindaco– è quello di coinvolgere l’Università di Agraria di Sassari per studiare il perché questo ciliegio non si sia mai seccato». Lo stesso finanziamento ha permesso la sistemazione della strada di accesso al nuraghe a corridoio di Bega.

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