Partecipa a MeiloguNotizie.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Bonorva, emanata un’ordinanza contro il pascolo abusivo a Mariani

Condividi su:

Bonorva. Il sindaco Massimo D’Agostino prosegue nella lotta contro il pascolo abusivo presso il parco di Mariani. Con un’ordinanza, emanata il 31 gennaio, stabilisce il «il divieto assoluto di transito, accesso e pascolo di animali bovini, ovini e caprini all’interno della tenuta Mariani, ad eccezione dei capi di proprietà degli allevatori ai quali, in seguito ad asta  pubblica, è stato concesso il diritto  pascolativo fino al 30/06/2017». Come specificato nel documento, la decisione è stata presa dopo «che è stata ripetutamente segnalata la presenza non autorizzata di bestiame incustodito, in particolare bovini, i quali  rappresentano una situazione di oggettivo disturbo dei visitatori sempre più numerosi e una  fonte di pericolo e di rischio per l’ incolumità delle persone». Sottolineato lo stato selvatico in cui vivono questi animali, i quali «potrebbero essere causa di diffusione di agenti infettivi  in quanto i medesimi attirano insetti di ogni genere quali mosche, zanzare e zecche oltre la circostanza che i loro escrementi creano danni e inconvenienti  non trascurabili alle strutture comunali recentemente ristrutturate». Rimarcato il fatto che «tale presenza, in particolare di bestiame bovino, ovino e caprino, è incompatibile (particolarmente nel periodo estivo) con le esigenze prioritarie di tutela e salvaguardia dal pericolo di incendi».  Il giorno successivo, il primo febbraio, la locale compagnia barracellare ha iniziato le operazioni, che proseguiranno nei prossimi, di messa in sicurezza del compendio. Azioni che hanno portato alla cattura di alcuni animali. Come si evince dall’ordinanza, il bestiame sequestrato sarà trasferito presso l’ex mattatoio comunale dove verrà sottoposto agli accertamenti veterinari. Gli animali sprovvisti di targhetta saranno abbattuti «ferma restando  la possibilità  della macellazione ed utilizzo della carne per il consumo umano oppure - ove necessario - della vendita mediante asta pubblica». Quelli aventi un segno di riconoscimento, invece, rimarranno custodito nei locali dell’ex mattatoio. Per questi ultimi «verranno informati i proprietari che avranno il tempo previsto dalla normativa vigente per presentarsi presso gli uffici comunali e regolarizzare la propria posizione, così da poter rientrare in possesso del proprio bestiame. In difetto di presentazione dei legittimi proprietari, entro i tempi previsti, – si legge nel documento –  anche i capi di bestiame forniti di targhetta di riconoscimento seguiranno la medesima condizione degli animali sprovvisti di targhetta. Le spese per il  mantenimento e l’eventuale macellazione del bestiame non riconosciuto saranno a carico dell'Amministrazione Comunale mentre tutte le spese di trasporto e mantenimento degli animali riconosciuti (alimenti, diritti,  sanzioni amministrative, eventuali spese di abbattimento e/o macellazione, saranno a carico dei proprietari)». Previste sanzioni che andranno da un minimo di 25 euro a un massimo di 500 euro per ogni capo di bestiame. Il divieto è stato esteso anche per l’accesso alle necropoli che si trovano all’interno del compendio e per tutte le attività che potrebbero disturbare la nidificazione delle aquile e di altre specie animali. Infatti «lo stesso è da tempo oggetto di valorizzazione turistico –ambientale  con progetti di sviluppo tra i quali rilevano  il museo della caseificazione, l’istituzione di un parco delle biodiversità, la restituzione al culto della chiesa di San Giuseppe». In questo caso la multa è di 100 euro e la denuncia all’autorità giudiziaria.

Condividi su:

Seguici su Facebook