Martedì 27 maggio si terrà a Sardara presso il centro di aggregazione sociale la conferenza stampa per illustrare al pubblico la richiesta di moratoria sottoscritta da numerosi comuni sulle nuove autorizzazioni riguardanti le energie rinnovabili. Con la presente iniziativa i promotori richiedono alla politica regionale di fare il punto della situazione sulle numerose richieste pervenute e giacenti negli uffici regionali per l'installazione di nuovi impianti di produzione di energia elettrica.
Aderiscono alla richiesta in oggetto i seguenti comuni: Sardara, Pabillonis, Villacidro, Guspini, Gonnosfanadiga, Collinas, Villanovaforru, Lunamatrona, Gonnostramatza, Villaverde, Bonorva, Giave, Cossoine, Ittiri e Carbonia. Di seguito il documento.
Documento condiviso
Moratoria sull’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili
Al Presidente della Regione Sardegna
Prof. Francesco Pigliaru
All’Assessore all’Ambiente
Prof.ssa Donatella Spano
Egregio Presidente,
Come Lei ben sa, il trattato di Kyoto, ratificato dagli Stati Europei il 31 Maggio 2002 con l’obiettivo di ridurre i gas serra nell’atmosfera, ci ha portato ad una serie di riflessioni sui nostri stili di vita e sui nostri consumi, focalizzando l’attenzione sulle risorse del pianeta e sulla sostenibilità delle nostre azioni.
Le nostre Comunità hanno, lentamente e faticosamente, intrapreso un percorso che impone, da un lato, uno straordinario cambio culturale e, dall’altro, la disponibilità e la spendita di notevoli risorse pubbliche. Questa rivoluzione, imposta dalla necessità di sottrarre il Pianeta ad un lento ed inesorabile declino, ha appena iniziato il suo percorso.
In Italia il D.Lgs n.387/2003 recepisce la Direttiva Comunitaria per le Fonti Rinnovabili (2001/77/CE) e nel 2005, il primo Conto Energia apre la strada agli incentivi destinati alle FER; dal 2008 al 2012 si sono incentivati in particolare gli Impianti Sperimentali (termodinamico, geotermico, biogas) scatenando una serie di interessi speculativi da parte di Società Private e Multinazionali, che rischiano di compromettere definitivamente il cammino virtuoso intrapreso.
Le nostre piccole realtà, infatti, hanno fatto grandi sforzi per:
aderire al Patto dei Sindaci;
istituire o finanziare CEAS;
approvare PAES;
partecipare a bandi regionali per la valorizzazione turistica, cofinanziandoli;
tutelare il proprio patrimonio boschivo, finanziando Compagnie Barracellari e Campagne Antincendio;
valorizzare i prodotti locali di pregio e le biodiversità;
incentivare la raccolta differenziata, portandola a livelli ottimali;
garantire, con tutti gli strumenti di legge a disposizione, il rispetto dell’ambiente naturale e urbano, per la salvaguardia della salute umana.
Inoltre, a livello nazionale e regionale, tutte le Direttive CE finora menzionate sono state accolte senza un minimo di programmazione del territorio.
In particolare la Sardegna ha un piano energetico vecchio, risalente al 2006 e ormai del tutto inadeguato, il cui iter non si è mai concluso, come è capitato per la gran parte dei Piani Regionali.
Il precedente Governo Regionale, in perfetta sintonia con il Governo Nazionale, ha sentito l’esigenza di procedere all’avvio di un nuovo PEARS soltanto negli ultimi mesi, affidandosi alle Linee Guida del 2012 e alle procedure di V.I.A. per disciplinare e cercare di arginare i numerosissimi progetti presentati agli Uffici dell’Assessorato all’Industria e dell’Assessorato all’Ambiente dal 2008 al 2013.
Siamo arrivati al paradosso: gli stessi Uffici del SAVI lamentano l’assenza di norme adeguate, poiché costretti, in un estremo tentativo di salvaguardia, a ricorrere continuamente ed artificiosamente alle regole di altri Paesi europei. Paesi che, pur non rinunciando alle rinnovabili, pongono la sostenibilità ambientale, sociale ed economica, alla base di qualsiasi azione umana.
Pertanto, a causa di questa mancanza di Governance del Territorio, la richiesta e l’installazione di impianti per la produzione di energia elettrica da cosiddette fonti rinnovabili ha assunto in Sardegna i connotati di una vera e propria emergenza.
SONO 14 LE SOLE RICHIESTE DI PERMESSO DI RICERCA GEOTERMICA CHE SI ESTENDONO A TUTTO IL CAMPIDANO, DA SASSARI A CAGLIARI, PER UNA SUPERFICIE COMPLESSIVA DI OLTRE 2000 KMQ:
Villacidro – Guspini – Sardara – Fordongianus – SanGavino – Pabillonis – Ollastra – Cuglieri – BagniOddini – Siliqua - Martis Sedini – Anglona – Eleonora - Igia Geotermico - Idrocarburi: Puma Petroleum; Saras: Igia - Eleonora.
Questi i nomi dei progetti che comprendono tutti i territori circostanti: non c’è paese nel Campidano, infatti, che non sia interessato da progetti di ricerca geotermica o ricerca idrocarburi, per un totale di oltre 100 Comuni, di cui molti interessati da 3/4 diversi impianti.
SONO 19 LE RICHIESTE DI TRIVELLAZIONE FRA GEOTERMICO E IDROCARBURI A TERRA E A MARE.
E ancora:
5 PROGETTI PER IMPIANTI TERMODINAMICI SOLARI A CONCENTRAZIONE PER UNA POTENZA COMPLESSIVA TOTALE DI 285 MWe e oltre 900 ha di terreno agricolo
nei territori di:
1. Gonnosfanadiga – Guspini: Centrale da 50 MWe;
2. Villasor - Decimoputzu “Flumini Mannu”: Centrale da 55 MWe;
3. Cossoine “Campu Giavesu”: Centrale da 30 MWe;
4. Bonorva-Giave: Centrale da 50 MWe;
5. Vallermosa “Sa Nuxedda”: Centrale da 50 MWe;
8 IMPIANTI DI SERRE FOTOVOLTAICHE:
Giave/ Giave/ Narbolia/ Padru/ Santadi/ San Giovanni Suergiu/ Galtellì/ Villasor
2 GROSSI IMPIANTI A BIOMASSE (Porto Torres e Macchiareddu)
NUMEROSISSIMI IMPIANTI A BIOGAS
L’eolico è passato dai 39 impianti del 2011 ai 47 del 2012*; al 30 giugno 2013 in Regione risultano 80 impianti Eolici che spaziano per tutto il territorio isolano;
Il fotovoltaico dai 14.637 impianti del 2011 ai 22.287 del 2012*
* [dati Terna 2012]
Questa abnorme richiesta di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili avviene in uno scenario legislativo come quello sopra descritto e in una situazione energetica che vede la nostra isola produrre tra il 18 e il 20% del totale da fonti rinnovabili: questi i dati della Conferenza del Mediterraneo su ”Generazione, trasmissione, distribuzione e conversione dell’energia” ( Cagliari, 1° Ottobre 2013).
Siamo tra le otto regioni d’Italia in attivo con un surplus di energia del 21,3% ma, nonostante il fabbisogno nel 2012 sia calato ulteriormente rispetto al 2011, la tendenza è quella di volerne produrre ancora mentre Regioni come Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, più sviluppate ed energivore, sono tra le più deficitarie sul piano della produzione totale.
Tutte le Società chiedono di realizzare gli impianti in zone rigorosamente agricole o addirittura di pregio, quali SIC, ZPS e archeologiche.
Tutti gli Impianti termodinamici e geotermici consumano enormi quantità d’acqua; per entrambi c’è il forte
rischio di inquinamento di tutte le matrici ambientali: aria, acqua, suolo.
Sono tutti impianti rigorosamente industriali che hanno la pretesa di occupare suoli destinati all’agricoltura dalla programmazione comunale e regionale e che deturperebbero definitivamente il nostro paesaggio.
In conclusione, alla luce di quanto esposto e dei nuovi obiettivi di produzione da fonti rinnovabili imposti dall’Europa e per:
- dare avvio ad un censimento degli impianti già esistenti;
- evitare l’esposizione ad un ulteriore rischio speculativo;
- non incentivare la nascita di nuovi Impianti Industriali fortemente impattanti;
- evitare che la Sardegna si trasformi in una enorme piattaforma per la produzione di energia elettrica;
- la salvaguardia del patrimonio naturalistico e paesaggistico della nostra isola;
- rilanciare il turismo responsabile
- dire basta all’ulteriore consumo di suoli agricoli e di pregio;
- dare ossigeno all’agricoltura, nonché all’industria conserviera e trasformatrice dei prodotti locali, sostenendo la politica dell’intera filiera;
- la tutela della salute dell’ambiente e delle persone che lo abitano;
- non produrre altri SIN, oltre a quelli già classificati, di circa 445.000 ha;
- dare ai Sardi la possibilità di decidere sullo sviluppo del proprio territorio;
- esercitare la Sovranità Energetica, così come predisposto dall’articolo 4 dello Statuto Speciale
I soggetti sottoscrittori del presente documento chiedono un incontro per proporre uan moratoria su tutte le richieste in itinere di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e non rinnovabili giacenti presso gli uffici della regione Sardegna sino all’approvazione definitiva di un nuovo e condiviso Piano Energetico e Ambientale.