Piermario Manca: pronta una proposta di legge contro la Peste suina

Mauro Piredda
07/07/2014
Politica
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Con la finalità di eradicare la peste suina africana dalla Sardegna nel prossimo triennio, il consigliere regionale thiesino Piermario Manca (insieme al suo collega Augusto Cherchi) ha preparato un disegno di legge volto a modificare le strategie che da sempre hanno caratterizzato i programmi di risanamento susseguitisi e che, «certamente, non hanno contribuito a limitare i danni che l’infezione di peste arreca al comparto suinicolo isolano».

Per i proponenti «il contrasto alla peste suina africana, nonostante i reiterati programmi di eradicazione, non ha sortito i risultati attesi. La situazione epidemiologica della peste suina africana in Sardegna nel corso del 2013 è stata caratterizzata da una recrudescenza della malattia in particolare nelle popolazioni suine selvatiche, con un numero di focolai registrati pari a 66, e un numero di focolai nel suino domestico pari a 109. La distribuzione dei focolai nelle popolazioni selvatiche indica una estensione dell'areale endemico che impone una rivisitazione della zona infetta del selvatico, e delle norme di biosicurezza da osservare nelle popolazioni domestiche». Da queste riflessioni la necessità di questa proposta.

Previsto un tavolo interassessoriale, in capo alla Presidenza e aperto ad istituzioni esterne e con singoli tavoli tematici i cui compiti riguarderanno la percorribilità del tema proposto, i tempi di attuazione, le risorse economiche e umane necessarie e gli impianti normativi da modificare o da introdurre ex novo.

Previste inoltre una azione di comunicazione (anche con riunioni formative e informative), una misura sul benessere animale, delle premialità rivolte agli allevamenti con capacità maggiore di tre riproduttori (a partire da 150 € a riproduttore ma solo per le scrofe dal primo parto e per i verri con con almeno un anno di vita) e un sistema di certificazione.

Individuata una tempistica nella lotta al pascolo brado: tre mesi di tempo, a partire dall'approvazione della legge, entro i quali i proprietari di suini devono «regolarizzare l'anagrafica aziendale» e divieto per due anni, dal quarto mese di «qualsiasi attività di pascolo brado o di allevamento in ambienti non recintati e/o accessibili al selvatico». Sempre dal quarto mese partiranno le azioni di depopolamento affidate inizialmente alle forze di Polizia Locale, coadiuvate dalle Forze dell’Ordine Locali e dal Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale e a nuovi soggetti (individuati dal tavolo) nel caso non siano state attivate le azioni necessarie  entro sei mesi dall'applicazione della legge.

Alle azioni di depopolamento sarà «associata una misura di sostegno delle spese corrispondenti alla quantità dei soggetti abbattuti». È consentito inoltre «l’abbattimento del suini trovati vaganti con l’uso del proiettile libero in condizioni di sicurezza per gli operatori e non è necessario provvedere ad alcuna ordinanza sindacale autorizzativa per l’abbattimento ed interramento dei suini rinvenuti bradi».

Tra le azioni sanitarie l'identificazione individuale (entre sei mesi) di tutti i riproduttori con targa auricolare per tutti i suinetti da macello dell'isola e per i riproduttori delle province di Carbonia Iglesias, Sanluri, Cagliari, ed Oristano e con chip elettronico per i riproduttori delle province di Olbia, Sassari, Nuoro e Lanusei.

Per la gestione dei focolai ogni Asl (entro tre mesi dall'approvazione della legge) dovrà identificare tre squadre di operatori: una per la zona di protezione, una per la zona di sorveglianza (in entrambe gli operatori avranno in dotazione un termometro digitale a distanza) e una alla quale affidare compiti ordinari di attuazione del piano pesti. L'attività ordinaria del piano sarà comunque diversificata a seconda che le operazioni di depopolamento abbiano raggiunto o meno il «75% del quantum inizialmente stimato».

Non mancano le azioni a favore dell'intera filiera con campagne di sensibilizzazione, sanzioni e controlli sistematici «verso gli acquirenti di carni suina (ristoratori, agriturismo) al fine di rendere difficile, se non impossibile, l'utilizzo di produzioni provenienti da allevamenti di suini irregolari».

Ripercussioni anche sull'attività di caccia (con la «realizzazione di locali per lo stoccaggio delle carcasse dei cinghiali cacciati in attesa degli esiti di laboratorio», con blocchi a seconda di quanto prescritto e deroghe finalizzate al depopolamento) e sul calendario venatorio che «sarà stilato tenendo conto di quanto stabilito dalla presente legge».
 

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