Giave, commemorati i caduti di tutte le guerre

Antonio Caria
19/11/2015
Attualità
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Con una solenne cerimonia svoltasi l’8 novembre scorso, Giave ha reso omaggio ai suoi cittadini caduti nelle guerre. Il corteo, composto dalle autorità civili e militari, dal gonfalone del comune, i labari e le bandiere dell'Istituto del nastro azzurro e delle associazioni combattentistiche e d'arma locali e dai ragazzi delle scuole, è partito alle ore 10:30 dalla piazza del Comune e diretto verso la chiesa parrocchiale di Sant’Andrea dove è stata celebrata la Santa Messa celebrata dal parroco di Giave Don Gabriel Mpolo e da Mons. Lauro Nurra e animata con canzoni in lingua sarda dal coro “Doria” di Chiaramonti.

Dopo la conclusione della messa il corteo è giunto in piazza San Francesco in cui è collocato il monumento ai caduti. Il rintocco della campana votiva risalente al 1917, ha accompagnato, tra la commozione generale, la lettura dei 50 nomi dei caduti in guerra. Subito dopo è stata deposta una corona d’alloro alla loro memoria mentre i ragazzi hanno deposto dei piccoli mazzi di fiori. Il tutto con il sottofondo del silenzio suonato dalla tromba del maestro Mauro Moraccini e del Miserere intonato dal coro” Doria” di Chiaramonti. Il Cav. Antonello Tola, Presidente Provinciale dell’Istituto del Nastro Azzurro, sodalizio che riunisce tutti i Decorati al Valor Militare, ha letto le motivazioni delle Medaglie d’Oro concesse alla Memoria del Milite Ignoto, mentre il Cav. Antonio Angius, reduce della Seconda Guerra Mondiale, ha dato lettura del Bollettino della Vittoria.

Il sindaco di Giave, Maria Antonietta Uras, ha ringraziato tutte le autorità e i cittadini che hanno partecipato alla commemorazione e ha chiuso il suo discorso con la celebre frase di John Fitzgerald Kennedy pronunciata nel suo discorso all’ONU nel 1961: “L’umanità deve porre fine alla guerra, o la guerra porrà fine all’umanità”. Il luogotenente Antonio Pinna, storico della Brigata Sassari, ha ricordato il grande contributo in termini di vite umane dato dall’Italia nella guerra conclusiva del risorgimento italiano illustrando tutte le iniziativa intraprese per tutelare tutti i siti storici della memoria.

Nel suo discorso, il luogotenente Pinna ha ricordato la figura del giavese Salvatore Coratza, Tenente del 10° Rgt. fanteria della divisione “Regina”, uno dei 103 Ufficiali italiani trucidati dai tedeschi il 3 ottobre 1943 nell’isola di Coo, nell’Egeo, “colpevole” di aver posto in salvo la Bandiera, simbolo dell’Onore e della Storia del reggimento, oggi custodita nel saccello delle bandiere dei corpi militari disciolti, presso il Museo del Vittoriano, in Roma. L’inno d’italia cantato da tutti i presenti ha concluso la cerimonia.

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