Semestene. «È un’occasione storica che ci aiuta a guardare con più coraggio al presente e più speranza al futuro. Noi tutti crediamo fortemente che Semestene e il suo territorio, insieme a tutti i piccoli centri della Sardegna, debba continuare a custodire la propria storia, la propria identità, il suo grande patrimonio da trasmettere alle future generazioni, senza soluzione di continuità, malgrado le innumerevoli difficoltà che si incontrano ogni giorno». Il sindaco Stefano Sotgiu e la vicesindaca Antonella Buda avevano introdotto con queste parole, riportate nella brochure, la ventunesima edizione di Monumenti Aperti che, quest’anno, ha fatto per la prima volta tappa a Semestene. Nelle giornate di sabato 29 e domenica 30 aprile, molti visitatori, provenienti da ogni parte dell’isola, hanno potuto ammirare, complice anche il bel tempo, le due Chiese del paese, San Giorgio e San Nicola di Trullas e il nuraghe Iscolca. Molto particolare la visita a quest’ultimo. Alle 10.00 della domenica i turisti si sono ritrovati in piazza del Comune per dirigersi in direzione del sito, situato a circa 600 metri d’altezza (presenti anche Sotgiu e Buda). Il sentiero è stato risistemato grazie al progetto “Passizendhe peri su Mejlogu” dell’Unione dei Comuni del Meilogu. Arrivati al nuraghe, l’archeologo Luca Sanna (che ha svolto il ruolo di guida ai monumenti in questa due giorni), ha illustrato ai visitatori le caratteristiche del nuraghe. Una bandiera italiana è stata collocata nella torre. Un successo questo che può servire da stimolo in vista dell’edizione 2018 della manifestazione ma anche per promuovere le bellezze naturalistiche e artistiche del paese, considerato tra quelli a rischio spopolamento. Un motivo di soddisfazione per gli amministratori è l’essere riusciti, in poco tempo, a riportare a casa i due portali della Chiesa di Santa Croce (l’inaugurazione prevista a breve) e la statua lignea di “Santu Nigola Etzu”.