Il 6 e 7 luglio l’ardia di san Costantino a Pozzomaggiore

Antonio Caria
01/07/2017
Attualità
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Pozzomaggiore. Archiviata la festa di San Pietro, ora il paese si concentra sui festeggiamenti in onore di San Costantino. Uno dei momenti più attesi è senza dubbio l’ardia, che avrà luogo il pomeriggio del 6 e la mattina del 7 luglio.

 

La Chiesa, inaugurata il 5 luglio del 1923 dall’allora vescovo della diocesi di Alghero Monsignor Francesco D’Errico, fu edificata per iniziativa dei reduci della prima guerra mondiale e degli emigrati in America. Un segno di devozione il loro.

 

Fu allora che in soli tre anni, con la collaborazione economica e materiale della comunità, fu edificato l’edificio religioso nel colle all’ingresso del paese. Fu, quindi, istituita la  festa e costituita una società di una società di mutuo soccorso sotto il patronato di San Costantino.

 

Sebbene la prima ardia in onore di San Costantino risalga al 1923, come forma di scioglimento del voto, la stessa ha radici molto antiche. In paese, infatti, veniva corsa in occasione della festa di San Narciso, san Pietro, il Corpus Domini e del Santo Patrono San Giorgio e vedeva nel ruolo di protagonisti gli allevatori e gli agricoltori.

 

Un omaggio al Santo abbiamo detto, in ricordo della vittoria di Ponte Milvio del 312 avanti Cristo in cui Costantino sconfisse l’imperatore Massenzio. Grazie a questo, il figlio di Elena concedette la libertà di culto ai cristiani, vittime fino ad allora delle persecuzioni.

 

Il termine deriva dal termine “Bardiare”, che significa fare la guardia, proteggere. È composta da  “Su Caddu e Punta”, che rappresenta San Costantino, vestito con una giubba rossa. Il primo cavaliere viene protetto da “Sas Iscortas”, tre coppie di cavalieri, sempre in giubba rossa, coroncina e bandiera ad asta corta con punta a lancia. Quest’ultima viene usata per evitare il sorpasso da parte degli altri cavalieri (i cosiddetti infedeli).

 

Alle 18.30 circa, dopo la vestizione, avviene lo schieramento delle degli stendardi dei vari comitati davanti alla casa dell’obriere maggiore. Subito dopo avviene la consegna al primo cavaliere e alle scorte delle bandiere ad asta corta. I primi spari dei fucili sono il segnale dell’immediato inizio dell’evento.

 

Dopo la benedizione dei cavalieri nella Chiesa parrocchiale di San Giorgio e l’arrivo del Clero e delle bandiere nel sagrato, può avere ufficialmente inizio l’ardia, annunciata dai fucilieri. Ed è così che “Su Caddu ‘e Punta” sprona il suo cavallo bianco e, al galoppo, percorre l’intero rettilineo, inforca “Su Cunzadu” (cancello d’ingresso del Sagrato) e, dopo aver compiuto un giro antiorario della Chiesa, arresta la sua corsa davanti al portone principale della Chiesa, in segno di omaggio. Subito dopo arrivano le scorte e il resto del drappello, rigorosamente in coppia.

 

Completato l’arrivo dell’intero drappello, a “Su Caddu ‘e Punta” non resta altro che scegliere il momento opportuno per dare il via alle danze. Conclusi i tre giri in senso antiorario, ne viene compiuto uno a passo e, subito dopo il segno della Croce, compiono ulteriori tre giri in senso orario.

 

In contemporanea alla celebrazione dei Vespri, il gruppo dei cavalieri riguadagna il punto di partenza per ripetere un’altra “Pigada”.

 

Il giorno dopo (7 luglio) viene ripetuto lo stesso rituale. L’unica variante è la processione tra una corsa e l’altra.

 

L’ardia si svolge, con le stesse modalità anche il 31 agosto e l’1 settembre, in occasione della festa di Sant’Antineddu. Come al solito, si prevede il pubblico delle grandi occasioni che si immergeranno in un misto di tradizione e fede.

 

Quest’anno, il gruppo dei cavalieri sarà composto da Tonino Cambule (Caddu ‘e Punta), Tonino Cuccuru e Antonello Pinna (prima scorta), Giovanni Antonio Sanna e Maurizio Loi (seconda) e Gabriele Cuccuru e  Costantino Cossu (terza).

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