Bonorva. Grazie al lavoro degli uffici, il Comune ha vinto il bando Sprar. (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Istituito con la legge 30 luglio 2002, è stato voluto dal Ministero dell’Interno per gestire i progetti di accoglienza, d’integrazione e di assistenza di coloro che richiedono asilo a livello locale.
Alcuni mesi fa, il sindaco Massimo D’Agostino aveva convocato una riunione presso la sala consiliare del Comune per spiegare meglio il lavoro che si sarebbe svolto. Alcuni giorni dopo, è arrivato il via libera da parte del Consiglio comunale.
Dopo il risultato ottenuto, si procederà ora alla pubblicazione del bando di gestione. Si parla di 1 milione di euro (divisi in tre annualità), interamente sostenuto dal Viminale che, ha dichiarato il primo cittadino, «si riverseranno soprattutto sul Paese e permetteranno la gestione di un progetto difficile, complesso ma davvero innovativo e dagli imprevedibili risvolti». Il Comune cofinanzia con il lavoro dei dipendenti
Grazie a ciò verranno accolti12 minori non accompagnati (6 maschi e altrettante femmine), dai 6 ai 16 anni. In questo modo la comunità bonorvese, per D’Agostino, «salderà così il suo debito verso lo Stato, in termini di accoglienza, svolgendo la sua parte e sperando, poi, che i patti vengano rispettati».
«Io non entro nelle problematiche delle scelte di politica nazionale – così il sindaco – e non dirò, quindi, se sia o meno d'accordo con l'attuale strategia in tema di accoglienza, non in questo contesto. Dico solo che faccio il Sindaco e devo fare di tutto per far si che un problema enorme, come quello dell'accoglienza e della eventuale (ma quasi mai raggiunta) integrazione, possa diventare un'opportunità per la mia Comunità».
La scelta di puntare sugli adolescenti è dettata dal fatto «che essi hanno molto da dire, perché essi sono i più indifesi, perché essi sono i più disposti ad accettare un dialogo, perché dai bambini e dai giovani si può sempre tentare di ripartire».
D’Agostino non ha nascosto la sua soddisfazione per il risultato ottenuto dalla sua amministrazione. La sua speranza, ora, è quella della buona riuscita del progetto. «Noi abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare e non ci siamo tirati indietro, né nascosti dietro ad un dito di fronte ad un problema enorme che ormai ci riguarda tutti da vicino. Ora sta a loro dimostrare di tenere a questo Paese e a questa nuova vita».
Lanciato anche un appello: «l'Italia deve garantire a Tutti libertà di parola e di espressione, assieme ai valori fondanti della Costituzione e tutte le opportunità di integrazione per chi ha davvero diritto. Lo Stato invece deve garantire il rispetto delle regole e i giusti diritti e doveri per Tutti».