Siligo. Si è conclusa la campagna di scavo relativa alla settima edizione della Scuola estiva di Archeologia Medievale, organizzata dalle Cattedre di Archeologia Medievale e di Metodologia della Ricerca Archeologica dellâUniversità di Sassari, in collaborazione con il Comune e tenutasi nel sito di Mesumundu.
I lavori si sono protratti per 5 settimane e ha visto coinvolti circa 30 studenti, dellâUniversità di Sassari, Cagliari, Pisa, Bologna, Madrid e Barcellona che, grazie allâausilio di archeologi professionisti (Gianluigi Marras, Maria Cherchi, Alessandra Deiana, Federica Zedda, Claudia Seddone e Anna Bini) hanno potuto apprendere le varie tecniche di uno scavo archeologico.
Entusiasta il professor Marco Milanese (direttore scientifico) che ha sottolineato come «questa campagna ha contribuito a cambiare, in modo significativa, lâidea e la visione del sito di Mesumundu». Ciò dovuto, a suo modo di vedere, al raggiungimento di risultati di tipo intensivo. «La durata nel tempo del sito di Mesumundu si è allargata in maniera significativa. Ora abbiamo davanti un sito che, dal periodo nuragico, passa nella fase punica (3 secolo Avanti Cristo) fino ad arrivare alla formazione di un vero e proprio insediamento lungo la strada romana che da da Turris Libisonis (attuale Porto Torres) portava a Karalis (Cagliari) ».
Annunciato il ritrovamento di alcune monete puniche e lâindividuazione di un grande edificio di epoca romana con un cortile e numerosi ambienti. Ciò grazie allâausilio di un drone e di indagini geofisiche. Ciò a ribadire il forte carattere tecnologico di questi scavi. Per Milanese «lâidea è quella che sia stata individuata la parte residenziale della mansio (stazione di sosta). Per il momento avevamo solo le terme. Questo potenzia la visione del sito».
Unâaltra scoperta, fatta con lo scavo, è stata quella relativa al periodo vandalico di Mesumundu. «Probabilmente una piccola comunità che abitava nella zona aveva individuato nelle rovine di questa stazione di sosta, unâarea in cui organizzarsi sfruttando alcuni ambienti delle strutture romane e un polo importante, rappresentato da una piccola Chiesa con le tombe intorno».
Ribadita ancora una volta lâimportanza della valorizzazione del sito archeologico in quanto lo stesso «raddoppia la sua grandezza con quanto è stato trovato». Mesumundu potrebbe costituire, sempre secondo il direttore scientifico, unâimportante risorsa culturale per il territorio, con lâopportunità di poter dare lavoro a qualche cooperativa locale. Un ringraziamento è andato anche allâAmministrazione comunale, al sindaco Mario Sassu e allâingegnere comunale Giuliano Urgeghe