BONORVA. Organizzato dall'associazione culturale “Teste rotanti” e moderato dal primo cittadino Giammario Senes, si è tenuto ieri sera presso la Sala Castelli l'incontro tra i candidati locali. Assente Alessandro Pietri (candidato nella lista Comunidades) per motivi di salute, Francesco Falchi (Sinistra sarda), Gianmarco Mura (Udc), Bobore Sechi (Fiu) e Antonello Zanza (Unidos) hanno affrontato i temi posti di volta in volta avendo cura di rimanere nei due minuti e mezzo messi a disposizione per ogni questione e rispettando il sorteggio e la rotazione degli interventi.
Senes ha esordito con una domanda «cattiva» (per sua stessa ammissione) e diversa per tutti. Falchi ha così dovuto affrontare la questione degli indagati nel centrosinistra dopo che la Barracciu è stata estromessa dalla corsa. Mura ha sostenuto che si può essere più o meno favorevoli alla scelta di un candidato (in riferimento alla riproposizione di Cappellacci) tenendo però a precisare che il governatore uscente non è imposto da Roma. Sechi, sollecitato dalla domanda sul perché di tante liste indipendentiste o sovraniste ha rivendicato la genuinità della propria proposta in quanto «fatta da gente del popolo e innovativa». Zanza, in risposta alla domanda circa uno scontro interno al centrodestra che avrebbe generato la candidatura di Mauro Pili, ha argomentato la presenza della Coalizione del popolo sardo in quanto il centrodestra nazionale «non combatte per la Sardegna».
Subito dopo sono passati in rassegna gli scandali legati all'uso improprio dei fondi regionali, la zona franca, l'indipendenza, i trasporti, lo spopolamento, il Piano paesaggistico regionale, il lavoro. Dalle diverse risposte ne sono uscite altrettante visioni, seppur con dei punti di convergenza.
Falchi ha così sottoscritto un impegno per «ridurre le indennità» e perché vi sia una legge «che stabilisca per cosa si possono utilizzare quei soldi e per cosa no». Ma anche per combattere la defiscalizzazione generale della zona franca in quanto «minerebbe ulteriormente la presenza dei servizi» e per la «sovranità culturale» unita alla fine del servaggio militare. Inoltre ha proposto una visione integrata per i trasporti («l'ultimo piano è del 1993 e quello del 2008 non è passato»), una «migliore gestione dei fondi europei» per arginare lo spopolamento, la «combinazione di un piano per il riassetto idrogeologico con uno per il lavoro», «maggiori investimenti in formazione e istruzione».
Mura ha parlato di «fine istituzionale» quale via maestra per un uso corretto dei fondi («leggi – in risposta a Falchi – ne esistono fin troppe»), di approfondire le proposte dei Rosso Mori circa la «fiscalità privilegiata» rispetto alla zona franca, di svincolare la questione sarda dal folklore (in risposta al tema “indipendenza”) e «puntare a rifinanziare il Master and Back perché la Sardegna è una regione d'Europa». Sono emerse poi le necessità di un «piano regionale dei trasporti», delle «filiere territoriali» e della «condivisione delle risorse» contro il campanilismo municipalista che non aiuta a ridurre lo spopolamento, dell'«inserimento del piano energetico nel Ppr». Il candidato dell'Udc è stato particolarmente duro contro chi semina illusioni in campagna elettorale: «la politica non crea lavoro ma le condizioni affinché esso attecchisca».
«2 mila e 500 euro ai consiglieri e 4 mila e 500 per assessori e Presidente» è stata invece la proposta di Sechi contro la corruzione. «Niente zona franca per le multinazionali – ha proseguito - ma indipendenza fiscale». Inoltre ha proposto un'«economia basata sugli interessi dei sardi» senza che l'isola diventi una «piattaforma energetica per altri». Ma anche costi del trasporto «a chilometro, come altrove». Lo spopolamento per Sechi dipende dalle «scelte economiche sbagliate» (in riferimento alla «trasformazione del passato dei pastori in operai») e dallo «stato che ci sta abbandonando chiudendo i servizi».
«Abolizione dei fondi di finanziamento ai gruppi» è invece la soluzione di Zanza. Per l'ex sindaco occorre poi puntare sul Paris (il Piano attuativo per il riequilibrio dell'insularità della Sardegna), sulla «non dipendenza per meglio agire nella piastra euromediterranea», sulla «tariffa unica», sul «maggior protagonismo delle municipalità» contro lo spopolamento, sulla «combinazione del costruibile e del valorizzabile». Non sono mancati gli strali contro la Saras («come Moratti ha mollato l'Inter lasci i soldi della Saras qui che “grazie a lei” siamo usciti dall'Obiettivo uno europeo»), le lobby di Eni, Enel e Tirrenia, e la pratica di dare in subappalto i lavori della Sassari-Olbia «a calabresi e siciliani».
A fine giro (e dopo anche alcune interruzioni dal pubblico) Senes («non mi avete convinto») ha chiesto loro di fare di più per conquistare il voto richiesto. Un'occasione in più per approfondire, replicare e convincere i presenti. E per far emergere il dibattito politico che a Bonorva non manca.