BESSUDE. Pubblico delle grandi occasioni (seppure con pochi cittadini locali tra i presenti, complice anche l'orario) per l'incontro svoltosi venerdì scorso presso il centro sociale bessudese e avente per tema la valorizzazione del monte Pelao. Presenti buona parte degli amministratori dei comuni interessati.
Ha aperto le relazioni la dottoressa Luisanna Usai, referente di zona per la tutela del patrimonio archeologico e paleontologico della Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Sassari e Nuoro. Il suo intervento agli strumenti di tutela del territorio, con specifico riferimento al bene archeologico. Frequenti riferimenti, anche espliciti, agli sforzi condotti per bloccare l’installazione del parco eolico Edison sul Pelao. Con alcune considerazioni: lo stop al parco è stato possibile grazie ad un lavoro di squadra, complici amministratori; la tutela limitata al solo spazio intorno al bene archeologico non protegge il suo aspetto nel contesto generale; il cosiddetto mini-eolico nasconde dei pericoli poiché l'installazione delle sue strutture non richiedono una valutazione del Savi.
Successivamente è intervenuta la ricercatrice Antonella Fois che ha mostrato i risultati di un suo lungo lavoro di ricerca sull’altipiano rilevando così la presenza di diversi villaggi nuragici e di innumerevoli altre strutture risalenti allo stesso periodo. Da sottolineare anche la loro dislocazione, prevalentemente sull’orlo occidentale dell’altipiano.
Ha chiuso le relazioni la guida escursionistica, nonché autore ed editore di testi, Corrado Conca. Dopo aver presentato la rete dei sentieri del monte Pelao che già oggi, e naturalmente, mette in connessione i centri abitati che lo circondano, ha illustrato come si segnala e si valorizza un sentiero per fini escursionistici e turistici dando alcuni suggerimenti pratici sulla valorizzazione di altri elementi del territorio che ad oggi appaiono piuttosto abbandonati (come le niere, ma anche gli ovili abbandonati che potrebbero diventare degli interessanti centri-visita. Indicando cosa non bisogna fare per valorizzare un territorio (in riferimento, pur senza polemiche, a recenti cementificazioni di sentieri), Conca a concluso il suo intervento citando gli esempi virtuosi della regione catalana della Garrotxa e nel parco di Vulcania nell'Alvernia francese. Esempio, quest'ultimo, di buon auspicio visto che La Marmora parlava del Meilogu nei termini di “Alvernia sarda”.
Gli interventi dei presenti (amministratori compresi) dimostrano l'attenzione viva nei confronti del monte Pelao. Sta infatti prendendo corpo l’idea di costituire una associazione per il Parco Vulcanico così da supportare e spronare gli amministratori nel lungo cammino che potrebbe infine condurre all’istituzione di un parco intercomunale o, addirittura, regionale.
Data l'assenza di chi scrive all'appuntamento citato, è doveroso il più grande ringraziamento a Vincenza Carboni e a Corrado Conca per le info necessarie alla realizzazione di questo pezzo. Grazie di cuore