Si è svolto sabato a Banari un altro appuntamento con la cultura che ha visto protagonista il giornalista Rai Tonino Oppes il quale ha presentato il suo ultimo libro: "Ampsicora. Eroe sardo". L’evento si inseriva all’interno del programma della Fiera d’arte del piccolo formato. Durante l’incontro ha dialogato con l’autore Tore Cherchi, il quale dopo i doveresi saluti al pubblico presente ha raccontato, in limba, le gesta di Ampsicora, un eroe sardo, per molti ancora sconosciuto.
Chi era Ampsicora? Che cosa ha rappresentato per la storia sarda? A questo valoroso condottiero, vissuto nel II secolo a.C., è stato dedicato uno stadio, dove il Cagliari di Gigi Riva vinse lo scudetto; vi sono strade che portano il suo nome, eppure le sue imprese eroiche sono ancora oggi ignorate.
Ampsicora era un princeps, principe della città di Cornus (situata nelle vicinanze dell’attuale Cuglieri); lo storico romano Tito Livio lo definisce «il primo tra i sardi, per autorità e per ricchezza». Sulle sue origini vi è ancora incertezza; alcuni studiosi ritengono che egli provenisse dal Nord Africa, altri che fosse nato nella città di Troia, per altri ancora invece Ampsicora era sardo a tutti gli effetti.
Quello che è certo è che Ampsicora, insieme a suo figlio Osto, scrisse una pagina importantissima della storia sarda: nel 215 a.C. inseguendo il sogno della libertà, mise insieme un esercito di soldati provenienti dalle più importanti città sarde dell’epoca, dalle barbagie e da Cartagine per scacciare via i romani che, da qualche decennio avevano preso il controllo dell’isola. Il sogno di Ampsicora e di tutti coloro che lo seguirono in quell’impresa non si realizzò, “l’esercito sardo” perse la guerra contro Roma che da quel momento sottomise definitivamente la Sardegna.
Ampsicora dovette subire non solo la sconfitta ma anche il dolore più grande per un padre: la perdita del figlio. La morte del giovane Osto si rivelò uno strazio insuperabile per il condottiero sardo, tanto da portarlo alla decisione di togliersi la vita.
«Ampsicora. Eroe sardo, est una paristoria», così Tore Cherchi. Una storia romanzata, scritta con un linguaggio semplice adatto a tutte le fasce di età, in cui vi sono raccontate le gesta eroiche di colui che con il tempo si è aggiudicato l’appellativo di “primo eroe storico della Sardegna”. «Nella storia della lotta per l’indipendenza sarda - ha raccontato Cherchi - per incontrare un altro eroe dello stesso calibro di Ampsicora dobbiamo aspettare il XV secolo con Eleonora d’Arborea. Andando avanti con i secoli c’è stato poi Giommaria Angioy fino ad arrivare ad Emilio Lussu».
«Le vicende di Ampsicora - nelle parole di Tonino Oppes - non veniva studiata nelle scuole di tanti anni fa, proprio perché la storia sarda per tanto tempo è stata considerata una ‘storia di serie b’. Per questo è importante portare il libro nelle scuole e far conoscere questa vicenda». «Ampsicora - ha continuato Oppes - aveva un sogno: quello di vedere una Sardegna libera e per realizzarlo era necessario stare uniti. Questa è una grande lezione per noi».
Nel corso del dibattito si è riflettuto anche delle attuali condizioni dell’antica città di Cornus, sulla sua salvaguardia e valorizzazione. Degli scavi archeologici, che dovrebbero riportare alla luce le antiche strutture della città, si occupa l’Università di Berlino. È un patrimonio, quello nostro, che merita di essere salvato, si tratta della nostra identità che non possiamo disconoscere. Impossibile non citare i giganti di Monti Prama, ritrovati da un agricoltore negli anni ’70. Quasi contemporaneamente dall’altra parte del mondo, in Cina, un altro agricoltore scopriva per caso sotto terra “l’esercito di terracotta”. Mentre i guerrieri cinesi in poco tempo sono diventati un punto di riferimento nel mondo della cultura cinese, per i giganti di Monti Prama ce ne sono voluti quaranta di anni per dar loro l’attenzione che meritano.
L’incontro si è concluso con un intervento del sindaco di Banari, Giampiero Cordedda, il quale anch’egli ha sottolineato l’importanza di far conoscere nelle scuole la storia del nostro eroe Ampsicora.
“- Io non ho il coraggio di guardare in faccia mia moglie,
le mogli, i padri e i figli dei miei amici morti in guerra. Eppure
dovevamo combattere, sono convito che non avevamo alternative: noi
siamo nati e cresciuti per vivere liberi. Speravo di darvi pace e
serenità invece vi ho portato soltanto dolore e morte - ripeteva tra le
lacrime ai soldati che gli stavano vicino.
- Ti sbagli, tu ci hai regalato un grande sogno. Tutti noi ti abbiamo seguito
con convinzione e siamo pronti a riprendere la guerra contro
Roma se soltanto ce lo chiedi.
Ma ora abbiamo un obbligo anche nei confronti di chi non c’è più…”.
(Tonino Oppes, “Ampsicora. Eroe Sardo”)