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Giuseppina Ledda: "La scuola è fortemente legata al contesto ambientale nel quale è inserita"

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Apprendiamo solo ed esclusivamente dagli organi di stampa che la nostra Scuola Primaria sarà chiusa dal prossimo anno scolastico: ma allora a cosa è servita la partecipazione alle numerose riunioni preliminari svoltesi a fine anno con la provincia, con tutti gli amministratori e i dirigenti scolastici della Provincia di Sassari, nelle quali abbiamo concertato un piano di dimensionamento totalmente diverso da quello prospettato dalla stampa?

Ma è ragionevole che la chiusura di una scuola, la chiusura di un servizio essenziale come quello dell'istruzione primaria possa essere decisa con tanta leggerezza dalla nostra Regione? E sopratutto, i Sindaci gli Amministratori locali non contano davvero niente? Sarebbe stato cosi difficile fare 29 telefonate?

No, certamente è più semplice scrivere che il piano era concordato con i Sindaci, visto che sono i Sindaci quelli tanto vicino ai cittadini: noi che viviamo quotidianamente i nostri paesi, che sappiamo di cosa hanno bisogno i nostri concittadini e i nostri bambini e che dobbiamo dare risposte e giustificazioni su cose che non abbiamo né deciso e tanto meno condiviso.

Entrando nel merito della decisione solitaria assunta dalla Regione Sardegna è stato scritto nei giorni scorsi che il piano di ridimensionamento approvato alla Giunta Regionale, con soppressione di 29 scuole, si giustifica perché ha come obiettivo quello di una “scuola migliore di quella attuale”. Si è scritto che la chiusura delle pluriclassi “consente un percorso formativo migliore per il bambino”.

Contestiamo con forza queste affermazioni in quanto riteniamo non esista un modello di scuola migliore di un altro. La pluriclasse è vista dalle moderne teorie pedagogiche come un opportunità, un valore, un aiuto per fare di una scuola una  buona scuola e non un ostacolo. Certo richiede un impegno di rinnovamento da parte del corpo insegnanti ma riteniamo che questa debba essere una costante di tutte le nostre scuole e che il sostegno economico debba essere utilizzato a questo fine, non per comprare nuovi autobus e consumare gasolio inutilmente.

Si è scritto che “accorpando le scuole si combatte la dispersione scolastica”. Anche a questo riguardo ci permettiamo di contraddire le affermazione apparse sulla stampa. La dispersione scolastica, così come indicato da importanti nomi della attuale pedagogia italiana, si combatte sin dai primi anni di esperienza scolastica del bambino facendo in modo che sia un'esperienza interessante e attraente per lui. Non ci pare che possa favorire la crescita di questo interesse infilare quotidianamente i bambini su un autobus dalle 7 del mattino; semmai svilupperebbe la crescita della noia che tutti noi abbiamo sperimentato nelle nostre esperienze di pendolarismo vissute per completare i nostri studi.

Quali sarebbero le maggiori opportunità per i bambini? Le opportunità di una scuola crescono se cresce la partecipazione del contesto sociale nel quale le scuole sono inserite. Le ragioni che spingono i paesi europei a finanziare e mantenere le pluriclassi nelle aree a bassa densità stanno nel fatto che la scuola di paese sta in una cornice sociale ben definita che ha forse qualche svantaggio (sempre meno grave rispetto al passato) ma anche molte opportunità sulle quali le famiglie  hanno fondato la loro scelta di continuare a vivere in paese.

È necessario pensare la scuola come un luogo nel quale attivare un sistema di esperienze educative, alternative e complementari a quelle degli altri centri vicini senza cancellare le specificità di ciascuno. La scuola è fortemente legata al contesto ambientale nel quale è inserita.

In uno scenario di scuole aperte quale è quello che la Giunta Regionale ha pensato nel progetto Iscol@ i genitori sono invitati a collaborare con gli educatori e gli insegnanti della scuola,  con lo scopo di partecipare attivamente alla vita della scuola, attraverso un confronto tra più saperi. Crediamo che il piano di ridimensionamento pensato dalla Giunta Regionale sia assolutamente contraddittorio rispetto alle riflessioni fatte in occasione del bando Iscol@. Riflessioni che sono state condivise, queste si, tra amministratori, insegnanti, dirigenti scolastici e famiglie.

Inoltre, quella ipotizzata dalla Giunta Regionale - se è vero quanto è stato scritto - non migliorando assolutamente la qualità, causerebbe maggiori spese di gestione per il fatto che diverse strutture scolastiche, come quella di Siligo rimarrebbero comunque aperte per ospitare la sezione primavera e la scuola dell'infanzia.

O vogliamo negare anche questo importante servizio nei piccoli comuni? Gli amministratori, insieme a tutti i cittadini di Siligo, intraprenderanno tutte le misure necessarie per ostacolare le decisioni assunte solo ed esclusivamente dalla Giunta Regionale.

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