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Poste a Cheremule. Masia: «Scongiurare ridimensionamenti del servizio»

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Le direttiva di Poste italiane che prevede, tra l’altro, la diminuzione degli orari nell’ufficio postale di Cheremule ha dell’assurdo e, tanto per cambiare, penalizzerà soprattutto gli uffici dei piccoli centri.

Assicuro ai cittadini che l’amministrazione comunale si è tempestivamente attivata e personalmente ho chiesto al Direttore provinciale un incontro per capire i motivi di questa scelta inaspettata. Inaspettata perché il nuovo ufficio postale di Via La Marmora è stato inaugurato solo un anno e mezzo fa a seguito della riconversione - con fondi regionali e comunali - di un vecchio edificio di proprietà comunale ed affittato a poste italiane per la cifra che potrei definire irrisoria di 112 euro proprio perché si è riconosciuta l’importanza del servizio prestato. Da tenere presente che le poste di Cheremule hanno sempre effettuato una buona media di operazioni essendo preferite anche da numerosi utenti dei paesi vicini. Per tali motivi il pericolo di un ridimensionamento appariva lontano e la notizia è giunta del tutto inaspettata: da qui la richiesta di un faccia a faccia con la dirigenza di Poste spa per capire come stanno realmente le cose.  

Vale la pena ricordare quanto già denunciato in diverse interrogazioni parlamentari e cioè che Poste italiane Spa è una società a capitale interamente pubblico che gestisce i servizi in una condizione di sostanziale monopolio e riceve notevoli contributi da parte dello Stato anche per garantire l'erogazione dei servizi postali essenziali in centri piccoli e periferici.

Ritengo profondamente ingiusto che decisioni unilaterali sacrifichino uffici che si ritengono diseconomici, senza considerare che rappresentano un punto di riferimento per i residenti, in particolare anziani.

Nutro il profondo timore che questa sia l’anticamera della chiusura definitiva anche alla luce di quanto sta avvenendo in Sardegna. La chiusura di scuole, uffici del giudice di pace, soppressione di linee arst, chiusura di uffici statali alimentano la preoccupazione che ci sia un disegno per cancellare tanti piccoli comuni.

A proposito – viste le proteste di questi giorni per la chiusura delle scuole e l’accorpamento dell’’Istituto Musinu di Thiesi con il Fermi di Ozieri - come Presidente dell’Unione Meilogu voglio sottolineare che la Giunta Regionale ha agito unilateralmente contro il parere della Conferenza dei Sindaci che il 15 dicembre scorso a Sassari aveva dato tutt’altre indicazioni. Questo i cittadini è bene che lo sappiano perchè gli Amministratori fino all’ultimo hanno difeso le istituzioni scolastiche anche andando contro la programmazione provinciale.

Tornando al discorso Poste Diceva Don Milani “non c’è nulla di più  ingiusto che trattare da uguali i disuguali”.  Se a Sassari dovesse chiudere un ufficio postale i cittadini potrebbero recarsi in un'altra filiale ma questo non è possibile nei piccoli comuni dove è impossibile anche spostarsi perché non ci sono mezzi pubblici.

Per ora non siamo in questa situazione ma confido nella saggezza e sensibilità della direzione provinciale perché si possa ridiscutere anche la diminuzione così esagerata dell’orario di apertura e comunque scongiurare ulteriori ridimensionamenti del servizio.

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