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Solare termodinamico a Giave e Bonorva: il progetto sara sottoposto a procedimento di V.i.a.

La posizione del Gruppo di intervento giuridico a seguito della delibera di Giunta del 17 luglio

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MEILOGU. Questo territorio è da tempo una zona di interesse per le multinazionali della green economy e ai progetti eolico a Monte Pelau e termodinamico a Campu Giavesu se ne somma un altro, vicinissimo a quest'ultimo. Trattasi del progetto di impianto solare termodinamico da 50 MWe da realizzare in alcune località tra i comuni di Giave e Bonorva e presentato dalla società cinese “Sunwise Capital LTD” e (come per Campu Giavesu) dalla Energogreen Renewables Spa.

La Sunwise aveva depositato a suo tempo presso il Savi (il Servizio sostenibilità ambientale, valutazione impatti e sistemi informativi ambientali dell'Assessorato regionale della Difesa dell'ambiente) lo Studio preliminare con la pubblicazione dell'avviso nel quotidiano la Nuova Sardegna il 1 febbraio e il 20 marzo 2013. Tale studio e relativa documentazione erano consultabili anche presso i comuni interessati.

Le osservazioni degli stessi e altre introdotte con atto di intervento nel procedimento da parte delle associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus sono state accolte dalla delibera della Giunta regionale del 17 luglio scorso che prevede un successivo procedimento di Via (valutazione di impatto ambientale): «L’Assessore riferisce quindi che il SAVI, evidenziato quanto sopra, tenuto conto anche delle forti preoccupazioni espresse a livello sociale, ha concluso l’istruttoria con la proposta di sottoporre alla procedura di VIA».

Ed è proprio il Gruppo di intervento giuridico a uscire con una nota odierna. «Il procedimento – si legge - potrebbe portare all’approvazione di un progetto che snaturerebbe un’ampia area a vocazione agricola nella Sardegna settentrionale». Ma «sul piano giuridico – prosegue la nota - il progetto non appare realizzabile». Le ragioni sono presto spiegate. Se «da un lato il progetto interessa esclusivamente zone agricole “E” degli strumenti urbanistici comunali, dove possono essere autorizzati soltanto interventi relativi ad attività agricole e/o strettamente connesse, non certo attività di produzione energetica di tipo industriale come quella in progetto», dall'altro il progetto «prevede la modifica del reticolo idrografico e, in particolare, la rettificazione del Riu Borta e del Riu S’Ena e Sunigo, ma non si rinviene una precisa quantificazione del consumo idrico né le fonti di approvvigionamento e il relativo impatto ambientale e sul contesto socio-economico: in media i consumi idrici per centrali solari termodinamiche aventi potenza complessiva 50 Mwe sono di circa50.000 metri cubi di acqua al mese, destinati soprattutto al sistema di raffreddamento ibrido aria/acqua e al lavaggio degli specchi»

Per Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico, infine, «i siti di produzione vanno scelti in aree industriali o già degradate».

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