THIESI. In tempi meno tecnologici di questi, inviare una cartolina era un modo molto diffuso di far sapere proprie notizie, salutare e ricordare amici e parenti quando si andava fuori. Era anche un modo per far conoscere, selezionandoli, scorci, strade, chiese, panorami o momenti e aspetti della vita di un luogo ritenuti degni di una qualche attenzione.
La moda dell’inviare cartoline si diffonde in Sardegna alla fine del 1800 e nei primi anni del 1900: sull’onda della diffusione dei reportages di giornalisti, fotografi e scrittori stranieri e della moda dei viaggi alla scoperta di luoghi sconosciuti e remoti o solo “lontani nel tempo” dell’Italia, quale era la Sardegna, case editrici del continente diedero alle stampe numerose cartoline che ritraevano aspetti della vita quotidiana e modi di abbigliarsi tipici delle zone rurali. Anche editori e società sarde, accolsero tale iniziativa che grande diffusione ebbe poi nel secolo successivo, tanto che anche a Thiesi alcuni fotografi e rivenditori così come lo stesso Comune, nel tentativo di far conoscere il paese si improvvisarono editori. Tra questi ricordiamo: L. Manca, G. A. Ferrandu, Fadda Pilichi, V. Marongiu, e più tardi, dopo gli anni 50, anche T. Tola, S. Pinna e V. Budroni.
La raccolta oggetto di questa mostra è suddivisa in varie sezioni: sono presenti immagini e aspetti diversi del paese ritratti prima in bianco-nero o in particolari fotografie colorate, più tardi a colori:
- i panorami, con fotografie riprese in genere dal Monte Pelao, che documentano l’espansione urbanistica del paese soprattutto dopo gli anni 60;
- le chiese e gli edifici di pubblica utilità che, nei diversi periodi, mostrano piccole o importanti modifiche;
- le strade ci offrono uno spaccato di vita quotidiana dai primi anni del ‘900 fino agli anni 70: decisamente animate nelle fotografie più antiche - tanti i bambini e tante le galline - con i carri a buoi, le tumbarellas, le donne intente nelle loro occupazioni, comunque presentano e documentano anche attività economiche scomparse e l’avvento della modernità con il primo rifornitore di benzina;
- le “pose in costume”: le cartoline dei primi anni del 1900 utilizzavano fotografie che spesso non intendevano documentare l’abbigliamento in modo preciso e veritiero, quanto dare un’idea del vestiario di popolazioni ancora non inserite in contesti urbani o “moderni”; quelle degli anni 50 mostrano invece persone conosciute ritratte nel quotidiano o nella festa.
Le riproduzioni esposte mostrano un paese inevitabilmente e profondamente diverso da quello di oggi, non solo per la diversa estensione ma per quanto riguarda l’architettura, gli spazi urbani, i mezzi di trasporto, le attività produttive e la socialità diffusa.
Ad eccezione delle cartoline che ritraggono i costumi tradizionali, in tutte le altre i soggetti non sono in posa: il paese emerge in modo spontaneo ed in movimento per arrivare ai giorni nostri, offrendosi ai ricordi nostalgici degli adulti che l’hanno conosciuto com’era ed al confronto ed alla riflessione di tutti.