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Semestene ha riabbracciato i suoi portali di Santa Croce e la statua di Santu Nigola Etzu

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Semestene. 49 anni e 19 giorni. Tanto è trascorso da quando i portali della Chiesa di Santa Croce sono stati portati a Sassari al loro ritorno ufficiale in paese.

Era l’8 maggio del 1968. Facendo seguito a una richiesta (datata 3 maggio) dell’allora soprintendente Dottor Roberto Carità, venivano presi in consegna «per il trasporto in deposito presso la sede della soprintendenza, i frammenti architettonici costituenti i due portali della Chiesa di Santa Croce». In seguito furono rimontati nella sede di via Monte Grappa. Un esilio troppo lungo per la popolazione semestenese.

Negli anni passati erano stati fatti dei tentativi per poterli riportare a casa ma, per una serie di motivi, non andarono mai in porto. Un primo segnale di assenso è stato nel 2013 quando il sindaco Stefano Sotgiu ripresentò nuovamente la richiesta che fu accolta ma con tutta una serie di vincoli, tra cui la demolizione dell’ambulatorio situato proprio nel luogo in cui anticamente si trovava la Chiesa, demolita nel 1967. Trattative durate 4 anni e precisamente, fino al 15 febbraio di quest’anno. Una data che rimarrà per sempre impressa nella memoria di questa comunità. Infatti veniva autorizzato il rientro dei portali a Semestene.

Sabato 27 maggio è stata svolta la cerimonia di bentornato. Una messa solenne, celebrata dal segretario del vescovo della diocesi di Alghero-Bosa, Don Giampiero Piras, e da Padre Quintino Manca, con l’animazione musicale della Polifonica Logudorese di Bonorva, ha anticipato la benedizione dei due reperti.

Un emozionato Sotgiu ha voluto ringraziare coloro che si sono adoperati per questo rientro. «Essere tornati in possesso dei nostri valori per noi significa far rivivere – così il sindaco – nuovamente quel pezzo di storia che per secoli ha dato vita alla nostra comunità ma che, purtroppo, per scelte sbagliate fatte cinquant’anni fa avevamo perso ma non dimenticato». Ricordato come il tutto sia stato coronato dal ritorno anche della statua lignea di “Santu Nigola Etzu” e della tavola, anch’essa di legno, dipinta dell’altare di San Nicola di Trullas. Un ringraziamento particolare è andato al professor Giovanni Deriu «per averci fatto conoscere la storia di Santa Croce. È grazie al suo interesse e alla sua passione se la  storia di Semestene è conosciuta non solo in Sardegna ma anche in Italia e nel mondo».

Il tecnico Antonangelo Piu ha illustrato tutte le tappe che hanno portato a questo rientro.

L’architetto Virgilio Colomo, vincitore del concorso d’idee (bandito alcuni anni fa), ha spiegato il progetto da lui realizzato. «Si è pensato di creare – queste le sue parole – una Chiesa all’aperto che unisca la fede alla natura, con un giardino di piante autoctone».

Gli archeologi Rossella Colombi e Vincenzo Nubile hanno relazionato sugli scavi archeologici, che hanno portato alla luce la sacrestia e strutture più antiche, tra cui l’abside. Sotto l’asfalto stradale è stato trovato l’antico selciato.

Alla cerimonia hanno preso parte anche il professor Attilio Mastino e il sindaco di Bonnanaro Antonio Marras.

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