SILIGO. Nel maggio del 2010 i pastori del Meilogu occuparono pacificamente i comuni di Torralba e Banari consegnando ai primi cittadini i certificati elettorali con una promessa: «Non andremo a votare!». L'anno prima le loro campagne erano state devastate dagli incendi e la protesta nasceva da una semplice rivendicazione: cambiare la legge che tutt'ora stabilisce il divieto decennale di pascolo (e caccia) nelle zone percorse dal fuoco. O almeno, visto che la legge 353 del 2000 è nazionale e ha i suoi tempi, porre argine con il buon senso a chi allora iniziava a comminare sanzioni. «Cosa dobbiamo fare? Dove dobbiamo far pascolare le nostre pecore?». E proprio in questo periodo, peraltro scosso dal diffondersi della blue tongue anche nelle campagne del Meilogu, stanno arrivando le ordinanze di ingiunzione relative ai verbali amministrativi elevati dalla Stazione Forestale e di Vigilanza ambientale di Thiesi. Non manca nulla negli avvisi: sanzione, spese amministrative, codice Iban e scadenza. E recupero coattivo con aggravio di spesa in caso di mancato pagamento entro i termini. Uno tra gli interessati, un allevatore di Siligo, ripone le stesse domande di allora, ma alla luce dei più recenti incendi sottolinea: «a ruota, considerando i dieci anni previsti dalla legge tutte le campagne sarde sono interessate da incendi. Questo significa che siamo condannati a non far pascolare i nostri capi. Con il prezzo del latte basso e la diffusione della lingua blu che si aggiunge alla nostra già difficile situazione ecco un'altra tegola». Ora si cerca di capire quanti allevatori saranno coinvolti, e a quanto ammonteranno le diverse sanzioni. Con le regionali che si avvicinano.