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Iniziati i lavori della settima edizione della scuola estiva di Archeologia Medievale a Siligo

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Siligo. Ha preso avvio lunedì 3 luglio, sotto la direzione scientifica del professor Marco Milanese, la settima edizione della scuola estiva di Archeologia Medievale organizzata dal Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione dell’Università di Sassari, con la collaborazione del Comune in regime di concessione ministeriale. Le responsabilità sul campo saranno di Maria Cherchi, Alessandra Deiana, Gianluigi Marras e Anna Bini.

Si tratta della quarta campagna di scavo nella Chiesa di Santa Maria di Mesumundu (le altre si sono svolte presso l’edificio religioso intitolato a San Vincenzo Ferrer)

Due le finalità principali. La prima è quella della ricerca mentre la seconda è legata alla didattica, data dalla presenza di studenti (alcuni spagnoli) provenienti da 6 università.

«L’ipotesi fondata – Ha dichiarato Milanese – è che il sito di Mesumundu fosse un luogo di sosta (Mansio in termini latini) lungo la strada romana che da Porto Torres conduceva a Cagliari dove i viaggiatori potevano trovare una serie di servizi, tra cui la presenza di acque termali».

Ciò è avvalorato anche, a detta del professore, anche dallo stesso toponimo dell’ area, “S’Abba Uddi” (l’acqua che bolle), compresa tra Monte Santo e Monte Sant’Antonio e quindi «c’erano i presupposti perché, in età romana, venisse presa questa decisione di costruire». Un altro motivo sarebbe il fatto che la zona risulti leggermente sopraelevata creando, sempre secondo Milanese, una sorta di isolotto asciutto circondato dall’acqua.

Un altro intento è quello di capire l’anno di fondazione del sito romano. Gli scavi effettuati in passato hanno messo in evidenza tutto quello che è avvenuto dall’abbandono delle strutture (epoca romana) fino alla costruzione della Chiesa (bizantina). Milanese ha inoltre sottolineato come «probabilmente c’era anche un insediamento nel quinto secolo». Attorno all’edificio religioso è stato realizzato un cimitero “Aristocratico”.

L’obiettivo è quello di lavorare anche nella zona aldilà la stradetta dove sono state trovate le tracce di una probabile Chiesa paleocristiana. È stata costruita una trincea larga 2 metri e lunga circa 25 per verificare la presenza delle strutture. «In questo modo dovremo capire meglio, sia dal punto di vista – così Milanese – dello spazio che della cronologia,  che cosa è successo nei vari periodi».

Previsto l’utilizzo intensivo delle tecnologie applicate all’archeologia (georadar e magnetometria). Un sondaggio verràf fatto in un terreno, sempre nell’area, dove, per il professore, si estendeva l’insediamento romano. Gli scavi termineranno sabato 5 agosto. L’idea è anche quella della valorizzazione turistica della zona.

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