Partecipa a MeiloguNotizie.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Abbanoa: Cheremule comune debitore?

Ne abbiamo discusso con il sindaco Salvatore Masia

Condividi su:

 leggi l'articolo anche in sardo

CHEREMULE. Alcuni articoli pubblicati in queste ore in internet (unionesarda.it e sardiniapost.it) ci fanno vedere una diatriba tra Abbanoa Spa e quindici amministrazioni comunali. Una di queste è Cheremule. Quali sono i motivi? Per Abbanoa i comuni citati ricevono l'acqua potabilizzata fino al serbatoio, ma al tempo stesso tengono la distribuzione interna «violando quanto prevede la legge sul servizio idrico integrato». Scorrendo l'articolo si legge che Abbanoa «per garantire ugualmente la produzione e la consegna del prezioso bene ai serbatoi comunali» ha sostenuto diversi costi emettendo regolari fatture. Questi comuni devono pagare circa 10 milioni di euro. Il debito del comune di Cheremule supera i 137 mila euro.
Abbiamo sentito l'altra campana, ossia il sindaco Salvatore Masia. E dalla chiacchierata ne vien fuori un'altra storia. «Innanzitutto Cheremule ha le sue acque di sorgente. Ma ha pure impianti e deposito. Quindi noi con Abbanoa, per quanto riguarda l'acqua potabilizzata, non c'entriamo nulla». Cheremule aveva infatti deciso di non far parte del servizio idrico integrato. Per Masia non c'è nessun vuoto normativo: «abbiamo fatto tutto a norma perché per i comuni montani con meno di mille abitanti l'adesione era facoltativa». E allora? «Il debito c'è, ma – ha proseguito Masia – occorre dire alcune cose: la prima è che dobbiamo pagare ad Abbanoa ciò che conferiamo al depuratore di Thiesi; la seconda è che siamo stati noi a chiedere al gestore di formalizzare la questione dato che la struttura è gestita da Abbanoa, e quindi che vogliamo pagare; la terza è che abbiamo tutte le letture e quindi la cifra di 137 mila euro non corrisponde ai reali consumi». Per Masia Abbanoa ha applicato il criterio degli “abitanti equivalenti”. È stata cioè calcolata una cifra in base agli abitanti prescindendo dal consumo reale. «Quando arriveranno le lettere dei legali dimostreremo che non dobbiamo pagare l'acqua potabilizzata citata e che le cifre in questione sono diverse».

 

Condividi su:

Seguici su Facebook