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La solidarietà dal Meilogu. La testimonianza di Luciano Sanna

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E' trascorsa una settimana dal passaggio di Cleopatra e la paura che possa tornare sotto altro nome non è cessata. Il primo pensiero è sempre rivolto a chi si è portato via, poi a chi ha distrutto case, lavoro, automezzi. Tante emozioni positive e negative mi sono passate per la testa in questi due giorni. Le più forti sono state quando siamo entrati nelle case, svuotate dalla furia dell'acqua ma piene di speranza e voglia di riprendersi la propria vita; quando abbiamo visto con i nostri occhi barche e macchine negli angoli più impensati della città; la gentilezza di chi non ha più niente e ti offre un caffè o un goccetto di liquore che si è salvato dall'acqua; la partecipazione e la solidarietà del popolo sardo nei confronti dei propri fratelli che puoi tastare nei centri di raccolta (vedendo quanta cosa c'è) e nelle strade dove trovi volontari da ogni parte dell'isola. In tutta questa difficile situazione, all'ora di pranzo, non ti fanno mancare il pasto per farti sentire a casa e ringraziarti per essere lì con loro. Le emozioni negative quando vedi le forze dell'ordine obbligate a controllare i centri di raccolta per via degli sciacalli che rubano a chi ne ha bisogno; quando vedi qualcuno che ne approfitta per fare le pulizie autunnali e smaltisce il ferrovecchio dalle cantine; quando senti che di questo o di quello "non ne abbiamo bisogno", come se l'emergenza durasse 15 giorni mentre invece l'inverno è alle porte. Ripulire la città dal fango e scaricarlo nei tombini stracolmi, vedere che c'è tanta confusione e che malgrado il massimo sforzo non siamo preparati a gestire questi eventi. Poi l'aria impregnata da quell'odore. E tante altre emozioni che mi tengo per me.

Luciano Sanna

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