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Bonorva: Mauro Pili porta il dibattito sulle Domus de Janas in Parlamento

Interrogazione odierna al Ministro per i beni e le attività culturali

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Sulla vicenda relativa allo stato di degrado in cui versano le Domus de Janas de Sa pala larga di Bonorva è intervenuto anche il deputato sardo Mauro Pili con una interrogazione odierna che pubblichiamo qui di seguito.


Al Ministro per i beni e le attività culturali.
Per sapere - premesso che:

 

i rappresentanti del gruppo di Gruppo consiliare del COMUNE DI BONORVA – “BONORVA AUTONOMIA E PROGRESSO e UNIDOS Bonorva” nelle persone di Antonio Zanza, Angelo Solinas, Mariano Sanna, Gian Pietro Marras hanno segnalato il gravissimo deterioramento e colpevole stato di abbandono delle Domus de Janas de Sa Pala Larga (Una sepoltura della Cultura di Ozieri anteriore 3000 a.C.) nel comune di Bonorva, una delle necropoli più importanti dell'Isola;

nel sito archeologico di primaria importanza è ampiamente documentato il patrimonio artistico- culturale di cui le popolazione preistoriche disponevano;

all'interno della grotta, destinata a ospitare i defunti, sono stati, infatti, individuati motivi del Neolitico come la protome taurina, le spirali, il motivo della scacchiera e l'uso della pittura (di color rosso e ocra) per coprire le pareti (cit. Aristanis Bike);

la tomba con tutto il suo materiale e le sue incisioni si stanno irrimediabilmente deteriorando senza che nessuno faccia nulla;

tutto questo patrimonio oltre al suo colpevole deterioramento risulta non essere fruibili al pubblico;

George Nash, archeologo del Dipartimento di Archeologia e Antropologia dell’Università di Bristol ed esperto mondiale di arte preistorica, scrisse sul Quotidiano di storia e archeologia il 15.08.2012: Lo straordinario stato di conservazione di questo esempio di arte preistorica è paragonabile per importanza alle immagini dipinte all’interno della camera dell’Oracolo dell’ipogeo di Hal-Saflieni a Malta;

la considerazione finale dell’illustre scienziato archeologo è la seguente: questa scoperta è di importanza internazionale e dovrebbe essere condivisa tra i ricercatori di arte preistorica;

l’aver sigillato il monumento rappresenta un crimine contro la comprensione delle vere origini del Neolitico dell’Europa meridionale;

la Soprintendenza in totale contraddizione tra le affermazioni e le azioni sostiene l’eccezionalità della tomba, dovuta soprattutto alle bellissime pitture interne ma a sua volta l’ha “sigillata” con grandi blocchi di pietra ricoprendo in seguito il tutto con una colata di cemento;

oggi in molte parti la tomba risulta crollata e sommersa dall’acqua, aggravandone cosi lo stato di conservazione;

la stessa soprintendenza con un’azione inaudita ha precluso il sito sia alle persone che vogliono visitarlo che ai ricercatori rilevando che la necropoli si trova in un luogo isolato e difficilmente accessibile violando come si legge nella Convenzione Europea Della Valletta gli articoli 7-8-9 per la salvaguardia del patrimonio archeologico e la condivisione delle scoperte con la comunità scientifica visto che del sito si è venuto a conoscenza solo grazie ad appassionati archeologi locali;

a proposito della Convenzione della Valletta, la Soprintendenza continua ad ignorarla ed applicare propri convincimenti che appaiono in contrasto con buon senso e senso di responsabilità;

la stessa soprintendenza per quanto riguarda la tutela e valorizzazione del sito di Sa Pala Larga sostiene che ci saranno sempre problemi di valorizzazione per la posizione isolata del sito;

afferma che mancano i fondi;

ora il sito non solo non è più sigillato ma è in pericolo di ulteriori crolli e non sono serviti e non servono le reiterate segnalazioni che da qualche tempo si susseguono, anche fotografiche, fatte da appassionati, archeologi , e cittadini sui portali internet e sul social network Facebook;

le Domus de Janas de Sa Pala Larga versano in condizioni pietose senza che nessuno delle autorità competenti faccia qualcosa;

il territorio continua ancora inesorabilmente ad essere privato di un bene che può produrre ricchezza e toglie al comune di Bonorva e alla Sardegna un’attrazione che serve e può servire per quel rilancio che tutti vogliamo per la nostra terra;

risulta indispensabile un intervento urgente di consolidamento, restauro e di vigilanza per preservare il predetto bene identitario consentendo la sua completa valorizzazione;
il sito monumentale di Sant’Andria Apriu, a poche centinaia di metri da Sa Pala Larga ,è altresì escluso da opere di restauro da tanto tempo e che lo stesso rappresenta una unicità nel bacino del mediterraneo, riportando il percorso storico e pittorico che cronologicamente sono inquadrabili nel neo-eneolitico, fra IV e III millennio a.C., ma le prime fasi di utilizzo sono da ricondurre alla Cultura di Ozieri (Neolitico finale: 3200-2800 a.C.);

se il Ministro competente non intenda intervenire con somma urgenza sul sito considerato la gravità della situazione denunciata;

se non intenda promuovere un incontro tra le istituzioni nazionali e regionali e l'amministrazione comunale di Bonorva al fine di valutare gli interventi sia di restauro che di ripristino dell'intero sito archeologico;

se non ritenga disporre un piano adeguato e urgente teso alla salvaguardia e valorizzazione del bene archeologico provvedendo allo stanziamento di apposite risorse finanziarie nell'ambito dei programmi di spesa del Ministero;

se non ritenga necessario individuare e segnalare i responsabili dell'incuria e dell’abbandono del sito agli organi preposti perché possano perseguire responsabilità e danni

Mauro Pili

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