Sabato 11 aprile, dalle ore 10.00, nella sala conferenze del Centro di Aggregazione Sociale di Siligo, in Piazza Maria Carta, avrà luogo il convegno “Monte Santo nel 950° anniversario dell’arrivo dei Benedettini“.
La giornata di studi, promossa dall’Università di Sassari (Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione, e Dipartimento di Scienze Politiche) e dal Comune di Siligo, con il patrocinio del F.A.I. Sardegna , intende celebrare l’anniversario del primo insediamento dei monaci cassinesi in Sardegna. Risale al lontano 1065, infatti, l’atto di donazione effettuato dal giudice Barisone I di Torres all’abate Desiderio di Montecassino (il futuro papa Vittore III), avente per oggetto le chiese di S. Maria di Bubalis e di S. Elia di Monte Santo “cum integro ipso monte“, insieme ad un annesso monastero già esistente.
La vicenda è narrata nella Chronica Casinensis del monaco Leone Ostiense e la donazione è testimoniata in quello straordinario documento che è la carta di donazione di Barisone conservata nell’archivio di Montecassino (la pergamena, redatta “in palaçio regis“, cioè nella reggia giudicale di Ardara, dal chierico sardo Nicita, costituisce il più antico documento scritto del Medioevo sardo).
Le titolazioni delle chiese di S. Elia e S. Maria, assieme a quelle degli altri possedimenti cassinesi in Sardinea, sono incise inoltre nei pannelli bronzei dell’antico portone del monastero laziale, che fu realizzato su commissione dello stesso Desiderio.
A queste due chiese era associata anche quella rupestre di S. Eliseo (nota ancora ai nostri giorni come “su crastu de Santu Liseu“), situata alle pendici del Monte Santo, nel versante di Mores: di ciò abbiamo la prova nella conferma della donazione ai cassinesi fatta dal papa Callisto II nel 1122.
Il sabato successivo alla festa campestre di s. Elia, dunque, storici, archeologi e storici dell’arte delle Università di Sassari e Cagliari si daranno appuntamento a Siligo per illustrare quel singolare evento che segnò l’arrivo in Sardegna del monachesimo occidentale.
Nelle relazioni degli storici si partirà dall’età bizantina, a cui risale la diffusione del culto di s. Elia, santo del menologio greco, e tramite le vicende medievali si arriverà fino all’età moderna, quando la festa patronale del santo, gestita inizialmente da una famiglia di Siligo, passò nelle mani del comitato di S. Elia. Particolare attenzione verrà dedicata alla lettura storico-artistica delle chiese di S. Elia e di S. Maria di Mesumundu (che il canonico Spano per primo identificò con la chiesa di Bubalis citata nel diploma cassinese) e a quella rupestre di S. Eliseo, nonché ai risultati della importante campagna di scavo archeologico compiuta nel sito di Mesumundu da Marco Milanese e tutt’ora in corso.