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Ddl "Buona scuola", il Collegio docenti del "Musinu" di Thiesi scrive a Renzi

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Il Collegio dei Docenti dell’Istituto di istruzione superiore “G.Musinu” di Thiesi, ha approvato nella seduta del 19 maggio 2015, un documento in cui dichiara il proprio dissenso dal DDL “Buona scuola”, di cui chiede il ritiro, aderendo alle considerazioni contenute in due tra le più significative mail arrivate in risposta alla lettera agli insegnanti del premier Renzi



Gentilissimo Presidente del Consiglio Dott. Matteo Renzi,

La ringraziamo della Sua mail. Ttuttavia le Sue parole non valgono a dissipare le perplessità sulla Sua riforma della scuola. Lei dice che gli scontri e le tensioni non giovano al dialogo. Ha ragione. Ma non ricordiamo di averLa sentita censurare il Ministro dell'Istruzione quando ha definito "squadristi" i nostri colleghi che la contestavano - scelta assai infelice, spero ne converrà, linguisticamente e storicamente. Né ricordo che Lei abbia espresso disappunto per l'atteggiamento sprezzante di alcuni ministri e sottosegretari del Suo governo nei confronti della categoria cui ci onoriamo di appartenere; atteggiamento che è documentato in sequenze video e articoli apparsi sulla stampa, e per quanto ne so non è stato oggetto di alcuna smentita. 

Ora, Signor Presidente, La preghiamo di considerare che noi insegnanti, con tutti i nostri limiti, siamo donne e uomini di scienza, che del sapere hanno fatto la loro professione; e vedere in posizioni apicali della struttura ministeriale del Suo governo alcuni soggetti che - a quanto riferito dagli organi di stampa - non avrebbero i titoli culturali neppure per esercitare la professione che noi esercitiamo, e che ciononostante si avventurano in giudizi e valutazioni a volte poco lusinghieri sul nostro operato, non è la miglior premessa per un dialogo sereno. 

Quanto ai sindacati, non sono perfetti, è vero, e hanno più d'una responsabilità storica rispetto allo stato in cui versa la scuola italiana. Ma crediamo che ogni dialogo debba presupporre il rispetto e la reciproca legittimazione, e ci piace qui ricordare che i nostri rappresentanti sindacali sono stati da noi scelti, a tutti i livelli, con elezioni in cui abbiamo espresso preferenze: il che è più di quanto possano dire attualmente i parlamentari italiani e - non me ne voglia - Lei stesso.

Ma parliamo del contenuto della Sua lettera. Tralasciamo per ovvi motivi le misure per le quali il Governo prevede di ricorrere alle leggi-delega, e ci limitiamo, anche per non abusare del Suo tempo, a qualche osservazione:

- troviamo curiosa l'immagine del Dirigente Scolastico come primus inter pares. Forse lo era il Preside, ma non certo il Dirigente. Se c'è una tendenza in cui tutti i governi sono stati coerenti, indipendentemente dal colore politico, almeno dalla legge Bassanini in poi, è quella di separare il più possibile la figura dirigenziale dal corpo docente, dando al DS un profilo manageriale che di fatto lo rende una controparte degli insegnanti. Si aggiunga che il progressivo dimensionamento degli Istituti scolastici e l'abuso della reggenza hanno creato situazioni in cui un dirigente ha anche sei o sette plessi e deve amministrare scuole di gradi e tipologie affatto diversi: che primus inter pares pensa che potrebbe mai essere in queste condizioni? Lo sarebbe veramente se le scuole avessero dimensioni più ridotte e se il Dirigente venisse eletto dai docenti - ma sappiamo bene che una cosa del genere non avverrà mai. Per soprammercato, anche lo staff della dirigenza è scelto dal DS, senza che il corpo docente possa esprimere le sue preferenze. Chi lavora nella scuola sa che i Dirigenti migliori sono quelli che ancora si sentono Presidi, ossia che non hanno dimenticato d'esser stati insegnanti. L'istruzione e la cultura "manageriale" non vanno, né andranno mai d'accordo, specialmente se sull'altare della managerialità si sacrifica la didattica.

- Ella sostiene di voler valorizzare "la formazione umanista (sic: è ovviamente un refuso per "umanistica") e scientifica". Non abbiamo motivo di dubitare della Sua parola, naturalmente. Però ci chiediamo cosa Ella pensi delle recenti esternazioni del Dott. Serra, che apprendo dalla stampa esserLe molto vicino, sulla presunta morte della cultura umanistica, rea di non essere tanto cool quanto un tablet. A Lei invece chiediamo: cosa pensa dei tagli operati dalla riforma Gelmini? Conviene con noi che erano dettati solo da motivi economici oppure ritiene che si fondassero su argomenti scientifici? E se conviene con noi, perché nella Sua riforma non c'è il ripristino delle ore cancellate da quella riforma e non c'è, per esempio, l'abolizione di quell'ibrido della didattica che è la "Geostoria"? Inoltre, perché la Sua riforma rimane muta sulla questione delle classi-pollaio? Siamo lietissimi dell'assunzione di migliaia e migliaia di colleghi precari, e umilmente Le segnaliamo un possibile modo di impiegarli: stabilisca che in ogni classe non vi debbano essere più di venti, ventiquattro studenti al massimo, e ancor meno in caso di studenti diversamente abili. Il nuovo personale sarà immediatamente assorbito e il servizio erogato senz'altro migliore. Se occorreranno nuove aule e plessi, si potranno costruire con i cospicui fondi stanziati per l'edilizia scolastica.

- Riguardo alla valutazione del merito dei docenti, non riusciamo a condividere il Suo entusiasmo riguardo alla chiamata diretta da parte dei DS. Quanti di loro saranno così onesti intellettualmente da preferire docenti in gamba, ma proprio per questo pronti anche al dissenso, a figure più mediocri, ma più accomodanti? Vale davvero la pena di introdurre nuovi elementi di conflittualità in un ambiente già così complesso come quello scolastico? A parer nostro si possono trovare dei sistemi per rendere più equo il riconoscimento delle qualità culturali e professionali dei lavoratori della scuola senza alterare la sostanza dell'attuale meccanismo delle graduatorie e dei punteggi, che è perfettibile come ogni altra cosa, ma almeno ha un fondo di equità. Per esempio, Lei ritiene equo che un docente che consegue un Dottorato di Ricerca si veda assegnati solo 5 punti contro i 12 di un anno scolastico di servizio regolare? Quale azienda privata penalizza così un dipendente che si è specializzato in un ambiente di alta formazione? E ancora, Lei trova giusto che un master online a pagamento (!) sia valutato 3 punti contro i 5 del Dottorato? Gli strumenti per mandare a casa chi non lavora esistono già, basta applicarli; è necessario invece occuparsi di chi lavora bene e anche delle eccellenze, senza mortificare tutti con un appiattimento verso il basso. E soprattutto, per ridare dignità alla professione docente, è necessario che ci paghiate tutti di più. Non che ci paghiate di più e ci facciate fare più ore, ma che ci paghiate di più ad ore invariate. Perché noi lavoriamo molto più di quello che molti pensano - e tra quei molti purtroppo devo annoverare parecchi uomini politici.

La lasciamo al Suo lavoro, Presidente Renzi, sperando che Ella vorrà dedicare due minuti a leggere questa nostra

Inoltre chiediamo di
.1) RINNOVARE IL CONTRATTO DELLA SCUOLA vergognosamente scaduto da 6 anni e sbloccare gli umilianti stipendi dei Docenti tenendo conto del costo della vita;
2) ABOLIRE la controriforma della Gelmini e la CHIAMATA DIRETTA dei docenti da parte dei Presidi ideata dalla Aprea, che apre la scuola al clientelismo tipico del mondo politico;
3) ASSUMERE TUTTI I PRECARI storici con un piano pluriennale, senza fare distinzioni, scegliendoli DA GRADUATORIE DI MERITO e non da albi in cui l’unico criterio è l’ordine alfabetico;
4) ABBASSARE il numero di allievi per classe: max 25;
5) NON DARE UN SOLO CENTESIMO ALLE SCUOLE PRIVATE, ma aiutare le famiglie che nella scuola pubblica non ce la fanno nemmeno a pagare il contributo “volontario”;
6) RICONOSCERE tutto il lavoro extra-curriculare che i Docenti svolgono;
7) MANDARE IN PENSIONE i docenti dopo 35 anni di servizio anche per permettere ai GIOVANI  di entrare nel mondo della scuola.
8) RISPETTARE LA CATEGORIA docente che, al contrario di quanto avviene nella politica, è stata selezionata PER MERITO cioè concorsi, SSIS, TFA, PAS e decenni di insegnamento sul campo in scuole di ogni ordine e grado.


Thiesi 19 maggio 2015                                     

Il Collegio dei Docenti dell’Istituto di Istruzione Superiore”G.Musinu”  di Thiesi

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