Il paese è attraversato dal Rio Tula, che scorre per circa due chilometri all'interno di un canale tombato.
«A decorrere dai primi anni Duemila – spiega il Sindaco Andrea Becca – le Amministrazioni che si sono succedute hanno sempre prestato grande attenzione al problema per prevenire e per ridurre al minimo il rischio idrogeologico. Il Comune, già con il Sindaco Tomaso Cordoni, realizzò due distinti interventi di ingegneria naturalistica, dal costo rispettivamente di 154 mila euro e di 937 mila euro».
Seguendo questa filosofia, anche le Amministrazioni guidate da Becca si sono adoperate concretamente per mitigare la pericolosità della situazione.
«Innanzitutto si effettua un monitoraggio continuo e periodicamente si compie una manutenzione ordinaria del Rio a monte del centro abitato per evitare che in occasione di eventi particolarmente consistenti piante ed eventuale altro materiale, soprattutto ingombrante, vadano a occludere il canale» dice il Primo Cittadino.
«Inoltre, nel 2011 abbiamo approvato il Piano di Protezione Civile, che indica le misure da adottare in caso di fenomeni meteorologici molto intensi, e lo abbiamo divulgato anche tra la popolazione. Nello stesso anno, con un investimento da 150 mila euro, abbiamo deviato al di fuori del paese le acque meteoriche provenienti dal rione Montiju, che prima confluivano nel canale tombato creando talvolta allagamenti, in particolare in piazza IV Novembre. Acque che sono state convogliate verso un’area periferica, riducendo così l’apporto idrico all’interno del canale» continua il Sindaco.
«In aggiunta, dopo aver fatto eseguire uno studio accurato volto a determinare il reale rischio di piena gravante sul paese, il Comune ha approvato l’analisi effettuata e contestualmente ha chiesto alla Regione Autonoma della Sardegna l’adeguamento del Piano per l'Assetto Idrogeologico (PAI), che individua in tutta l’isola le zone critiche. Tale atto produce evidenti effetti anche sul Piano Urbanistico Comunale (PUC) con l’istituzione di vincoli edificatori. L’Amministrazione, tuttavia, è impegnata a ridurre il livello di rischio attraverso la realizzazione di ulteriori opere di ingegneria naturalistica, già finanziate con fondi comunali per un importo di 200 mila euro. Le azioni riguardano la creazione a monte del centro abitato di una vasta area di laminazione, nella quale le acque provenienti dalle alture abbiano la possibilità , espandendosi, di ridurre il loro impeto per permettere al canale di smaltirle gradatamente. Consapevole che l’intervento in questione costituisce solo un primo passo per l’attenuazione del rischio, l’Amministrazione insieme alla richiesta di istituzione della variante al PAI ha inoltrato alla RAS una richiesta per ottenere un finanziamento di 600 mila euro. Importo, questo, che consentirebbe di agire sul canale tombato per migliorare la capacità di smaltimento delle acque. Nel caso in cui in futuro si verifichino eventi eccezionali il pericolo non sarebbe assolutamente scongiurato, ma risulterebbe sicuramente attenuato se gestito correttamente sia dal Comune sia dalla popolazione» afferma il Primo Cittadino.
L'inizio dei lavori, però, è subordinato all'accoglimento da parte della Regione Autonoma della Sardegna dell’istanza presentata.
«Si confida, dunque, di ottenere a breve un riscontro positivo» conclude il Sindaco.