THIESI. Di seguito il testo dell'invito del circolo "Farore Sini" del Prc apparso sul giornale murale affisso stamane.
Basta videopoker nei nostri bar!
I Sindaci intervengano e affrontino la questione attraverso consigli comunali aperti! Ma i baristi siano coraggiosi e facciano la prima mossa!
Viviamo un periodo di crisi tragico, inedito, e ben lungi dall'avviarsi alla sua conclusione. Gli ultimi dati sui consumi delle famiglie, sull'aumento degli indici di povertà, sulla disoccupazione dilagante parlano da soli. Eppure questa realtà sta alla base di un messaggio che ormai da tempo ha fatto breccia e che, man mano che aumenta la crisi, si fa sempre più insidioso: “tenta la fortuna al videopoker!”. I risultati sono gli occhi di tutti. In primo luogo vediamo che i bar (che nelle nostre piccole realtà sono sempre stati dei veri e propri centri di aggregazione sociale) si stanno trasformando in santuari del tentativo individualista di “farcela”. In secondo luogo non si può non notare l'aumento esponenziale delle vittime di questa particolare dipendenza (ludopatia) che non è troppo dissimile da quella relativa al consumo di stupefacenti e alcool. Questo lo sanno molto bene i nostri amministratori. Ed è per questo che nella nostra opposizione a questa triste realtà non vogliamo essere soli. Il nostro non è mero proibizionismo. Vorremo infatti che fossero i baristi (che non sono immuni da pericoli derivanti dai furti alle slot che stanno balzando agli onori della cronaca) a fare la prima mossa. Vorremo che si prendesse esempio da Giuseppe Salaris, barista di Bortigali che ha rinunciato ai videopoker già da tre anni. Vorremo che si favorisse il consumo di un buon caffè e delle proprie bevande investendo in attività culturali e sociali che proprio nei nostri bar trovano la propria ragione d'essere. Inoltre siamo consapevoli che questa battaglia la si vince discutendo, aiutandoci l'un l'altro e individuando quelle soluzioni strutturali che eliminino il problema all'origine. Per questo chiediamo che i sindaci si impegnino a convocare consigli comunali aperti (meglio ancora se all'aperto) per discutere di tutto ciò. E se si dovesse arrivare all'extrema ratio delle ordinanze come quella del comune di Montresta noi saremo d'accordo. Non si risolverà del tutto il problema. Oggi basta una connessione internet per farsi del male da casa. Ma se nelle nostre comunità riuscissimo a ritrovare quel senso di fratellanza e di solidarietà contribuendo a porre fine alle “facili soluzioni”, sarebbe sicuramente un gran bel passo avanti. Non ci sarebbe bisogno di ricorrere a queste trappole. Perché di questo si tratta: il banco vince sempre!
Cittadino/a del Meilogu: lascia perdere quelle macchinette! Non buttare i tuoi soldi e lotta per i tuoi diritti. Lo stato si finanzi tassando le ricchezze, rinunciando alle spese militari, ai finanziamenti
alle scuola (e alla sanità) privata, ai regali alle banche!