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Sassari: no di "A Manca" al possibile trasferimento del centro oncologico

La struttura si trova ora in via Zanfarino

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SASSARI. A Manca Pro S’Indipendentzia non può rimanere indifferente davanti all’ennesimo atto di prevaricazione nei confronti delle donne di tutto il territorio e di Sassari. Sia le lavoratrici che vi operano, sia le pazienti - utenti, subiranno un grave sopruso e relativo disagio nel caso in cui il centro oncologico di Sassari, sito ora in via Zanfarino, e facilmente raggiungibile sia con i mezzi pubblici sia a piedi, quindi anche e soprattutto per le donne delle classi meno abbienti, sprovviste di auto, fosse trasferito a San Camillo, così come deciso dalla Direzione ASL, improvvisamente e senza tenere conto dei disagi che si creeranno. Un centro di prevenzione così “delicato”, non può e non deve essere ubicato in un luogo così lontano dalla città e difficile da raggiungere se non muniti di mezzo proprio. L’autobus che lo raggiunge, che parte da via Tavolara (linea San Camillo) impiega circa 40 minuti per raggiungere il centro sanitario di San Camillo, passando per il Latte Dolce, non esiste infatti una linea diretta. Questo scoraggerebbe ulteriormente alla prevenzione tutte quelle donne che già non fanno i controlli per problemi economici, paura, disinformazione ecc. In questo modo avrebbero una scusa in più, mettendo a grave rischio la loro salute, e di conseguenza nel caso si ammalassero, anche i costi socio-sanitari ne subirebbero la ricaduta. Ci sono locali di appartenenza alla ASL che potrebbero essere utilizzati, per esempio quelli di Rizzeddu di recente ristrutturazione, così pure quelli del Conti che ospitano già Area Donna progetto del 2008 che prevedeva un’unica struttura facilmente raggiungibile che comprendesse la prevenzione primaria e secondaria di tutte le patologie della donna; forse anche altri in via Amendola, infine altri servizi sanitari che non sono di prevenzione, potrebbero essere trasferiti a San Camillo e lascerebbero così spazio al Centro Oncologico. Invitiamo perciò la Direzione ASL e il Sindaco di Sassari Ganau, come massima autorità sanitaria cittadina a rivedere la decisione e valutare altre soluzioni più idonee e comode per la popolazione femminile.

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