BANARI. Gavino Sale entra in consiglio regionale dopo dieci anni di battaglie condotte dalla sua Irs. Un risultato storico che «porta finalmente l'indipendentismo all'assunzione delle proprie responsabilità». Gavino, raggiunto telefonicamente in extremis, non nasconde la sua soddisfazione, ma neppure la sofferenza di una scelta, dibattuta e serena «ma che ci è costata in termini di voti e anche di militanza». Ma la scommessa, nelle sue parole è vinta: «i temi da noi portati avanti negli anni sono ormai nell'agenda di tutti e, lasciando da una parte un'impostazione purista ed escludente che non porta risultati, sapremo essere determinanti per le soluzioni che le nostre aziende attendono per uscire da questa drammatica situazione». Irs di lotta e di governo, quindi: «le istanze di fuori sono ormai dentro il parlamento sardo». Per Sale il «salto qualitativo» è determinato anche dal fatto che oggi in regione, in riferimento a Rossomori e Partito dei sardi, «c'è un'area indipendentista e sovranista che peserà». «E siamo certi – ha proseguito – che Pigliaru sarà il garante del reciproco scambio» tra chi è in quell'area e chi no: «è in moto ormai una sintesi concettuale tra sinistra e necessità urgenti del territorio». Lo scenario davanti ai suoi occhi è quello catalano, dove da tempo gli indipendentisti sono al governo. La prospettiva è quella di dare vita a una “esquerra” (sinistra) proprio sulla base di quanto avviene sulle sponde occidentali del mediterraneo: «una grande sinistra sarda indipendentista e sovranista».