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Sa Pala Larga: Antonello Zanza e Mauro Pili presentano denuncia alla procura della Repubblica

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BONORVA«Il silenzio sulla devastazione della necropoli nel parco Mariani di Bonorva è un fatto grave e inaudito. Dopo interrogazioni parlamentari, pubbliche denunce, azioni istituzionali a tutti i livelli sul grado di devastazione di uno dei siti più importanti della storia prenuragica della Sardegna non resta che denunciare tutto alla Procura della Repubblica perché i responsabili di questo misfatto di Stato vengano perseguiti e si ponga fine al disastro archeologico. Per questo motivo stamane abbiamo provveduto a trasmettere alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari una formale denuncia per abbandono e distruzione siti archeologici nell’area del Parco Mariani nel Comune di Bonorva. Il gravissimo deterioramento e colpevole stato di abbandono delle Domus de Janas de Sa Pala Larga (Una sepoltura della cultura di Ozieri anteriore 3000 a.c.) una delle necropoli più importanti dell'isola è il frutto di un grave e reiterato comportamento delle autorità competenti statali, sia istituzionali che amministrative e dirigenziali, che nonostante le reiterate segnalazioni, hanno omesso di intervenire a tutela del bene archeologico di primaria importanza».

Lo hanno detto stamane il deputato sardo di Unidos Mauro Pili e l’ex Sindaco di Bonorva Antonello Zanza, consigliere comunale di Unidos, nel presentare formale denuncia alla Procura della Repubblica di Sassari sui gravissimi fatti di Sa Pala Larga.

«Poco più di un anno fa l’ingresso delle domus de janas nel parco di Mariani era stato temporaneamente “tombato” in attesa di interventi di recupero del sito», denunciano Pili e Zanza. «Ora il sito risulta essere nel più totale stato di abbandono e degrado e la “tombatura” divelta a simboleggiare degrado e abbandono totale. È gravissimo lo stato di abbandono nel quale si trovano le tombe ipogeiche, oltre alle discutibili le modalità di protezione fatte adottare dalla Soprintendenza che, con la stesura di una colata di masped (intonato premiscelato) su una struttura in legno con un tessuto non tessuto geotessile, che nascondeva parzialmente l’ingresso, e che non ha retto né alle intemperie né all’azione dei tombaroli. Nel sito archeologico di primaria importanza è ampiamente documentato il patrimonio artistico-culturale di cui le popolazioni preistoriche disponevano. La tomba con tutto il suo materiale e le sue incisioni si stanno irrimediabilmente deteriorando senza che nessuno faccia nulla. Tutto questo patrimonio, oltre al suo colpevole deterioramento, risulta non essere fruibile al pubblico».

«George Nash, archeologo del dipartimento di archeologia e antropologia dell'università di Bristol ed esperto mondiale di arte preistorica, scrisse sul Quotidiano di storia e archeologia il 15 agosto 2012: Lo straordinario stato di conservazione di questo esempio di arte preistorica è paragonabile per importanza alle immagini dipinte all'interno della camera dell'oracolo dell'ipogeo di Hal-Saflieni a Malta. La considerazione finale dell'illustre scienziato archeologo è la seguente: questa scoperta è di importanza internazionale e dovrebbe essere condivisa tra i ricercatori di arte preistorica. L'aver sigillato il monumento – secondo gli esponenti di Unidos - rappresenta un crimine contro la comprensione delle vere origini del neolitico dell'Europa meridionale. Oggi in molte parti la tomba risulta crollata e sommersa dall'acqua, aggravandone così lo stato di conservazione. La stessa soprintendenza con un'azione inaudita ha precluso il sito. Le passeggiate di Stato di qualche mese fa con esponenti politici del governo e sopraintendenza dimostrano che lo Stato fa propaganda annunciando interventi immediati, dopo la nostra denuncia, ma poi non fa assolutamente niente visto che il sito risulta non più sigillato ma soggetto al pericolo di ulteriori crolli e danneggiamenti. Tale disastro si configura come la devastazione di un immenso patrimonio archeologico per il quale si deve intervenire a questo punto anche sollecitando azioni giudiziarie».

«Per questo motivo – concludono Pili e Zanza - abbiamo chiesto alla Procura della Repubblica di valutare ipotesi di reato conseguente a: distruzione, abbattimento, atterramento, demolizione e rovina, omessa protezione e tutela del bene archeologico oggetto della presente denuncia; distruzione o deturpamento di bellezze naturali storiche e archeologiche; distruzione o l’alterazione delle bellezze naturali e archeologiche».

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