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Impazza tra gli utenti locali il social-tormentone

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È un tormentone, con tutte le sue caratteristiche: si diffonde con facilità, coinvolge in fretta, può stufare con la stessa rapidità. Sta di fatto che c'è voglia di comunità, di recuperarne quegli aneddoti che l'hanno costituita generazione dopo generazione, di riderci sopra tra “mi piace” incrociati, commenti e altri post. Passano in rassegna personaggi, particolari situazioni, più o meno celebri citazioni. Banari, Siligo, Thiesi, Torralba, Borutta, Bonorva, Pozzomaggiore. Ogni comune (altri lo faranno?) ha il suo gruppo facebook teso a testare l'appartenenza di ciascun utente alla propria bidda. Così sei di Banari se «hai giocato almeno una volta a "sa chintozzedda"» e se «almeno una volta hai fatto colazione da tia Lisa il 12 agosto»; sei di Siligo se «una volta nella tua vita sei andato a rubare ciliegie da Mari'Ettori»; sei thiesino se «vivi fuori e guai se offendono Thiesi»; sei di Torralba se «a carnevale hai conosciuto la musica di zio Filippo con la fisarmonica»; sei di Borutta se «hai il "serrone" a mille»; sei di Bonorva se «il primo Maggio non lo conosciamo come festa del lavoro ma Santa Lucia»; sei di Pozzomaggiore se «hai preso la patente con la Fiat Punto di signor Antonio». Non sono certo dei “contos de foghile”, sebbene il periodo freddo possa invogliare a sedersi intorno a un camino (e magari con del buon vino), ma tutto ci può stare. O almeno da qui si può ripartire...

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