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Aerogeneratore eolico a Pelau. Soffia la polemica tra Corrado Conca e Silvano Arru

La guida escursionistica: «Questione di opportunità e di convenienze». Il sindaco di Borutta: «Miniecolico dei cittadini, niente a che fare con gli interventi neocolonialisti delle multinazionali»

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Si ritorna a parlare di eolico su Monte Pelau dopo la bocciatura del mega progetto della Edison da parte della Regione. In realtà il procedimento di verifica per un impianto eolico da 850 kW nel territorio comunale di Borutta è stato pubblicato nel Buras il 31 luglio dell'anno appena trascorso.

Ma è stata la guida escursionistica Corrado Conca a porlo in risalto oggi nel suo profilo Facebook: «Devono avere qualche problema di comprensione i tecnici ed amministratori che continuano a voler piantare qualcosa su quell'altipiano. E così ci troviamo nuovamente a discutere di cose già dette anche se, curiosamente, le stesse motivazioni che hanno impedito al precedente parco eolico di essere realizzato, oggi diventano miracolosamente meno importanti. E dire che i chirotteri di Rocca Ulari sono stati al centro della definizione dell'area Sic, solo che ora pare non vengano più disturbati dalle pale. Insomma, evidentemente è solo una questione di opportunità e convenienze. Altro giro altra corsa, evidentemente il nemico non è l'eolico, ma l'ignoranza. Eppure solo pochi giorni fa, al convegno sul Monte Pelao, venivano confermate da tutti le condanne unanimi ad un eolico lassù, ma qualcuno - che nel frattempo aveva firmato questo progetto - non è intervenuto. Comune di Borutta a vocazione turistica? Si, come no, all'ombra delle pale eoliche. Vorrà dire che dovremo riprendere il dialogo con la popolazione, gli amministratori lungimiranti e l'ufficio SAVI».

Immediata la risposta di Silvano Arru, primo cittadino di Borutta: «Il progetto è stato premiato dalla Regione Sarda e il nostro piccolo paese si è classificato al primo posto in Sardegna diventando una smart city. L’Unione europea ha finanziato il progetto, ritenendolo molto apprezzabile e la Facoltà di ingegneria dell'Ateneo cagliaritano lo ha considerato come il migliore tra tutti quelli che realizzavano azioni per abbattere le emissioni di CO2 e per l’utilizzo di energie alternative».

Stando alle parole di Arru l’intervento renderà Borutta il primo paese sardo («ma secondo alcuni italiano») ad essere energeticamente autosufficiente. Cosa prevede il progetto? Arru – rivendicando il suo operato per la realizzazione dell'area Sic e la lotta contro l'impianto Edison - sostiene che non si tratta «di un parco eolico, ma di un impianto minieolico costituito da un’unica pala di proprietà dei cittadini di Borutta, senza necessità di scavi e con l’interruzione automatica dell’impianto nelle ore in cui cacciano i chirotteri. Accanto all'impianto sarà inoltre realizzato un centro di educazione ambientale proprio per spiegare il tipo di ricaduta che un uso corretto delle energie alternative possono avere per la comunità al contrario degli interventi neocolonialisti delle multinazionali».

Per il primo cittadino boruttese il progetto muove da necessità ambientali ed energetiche («dobbiamo raggiungere l’obiettivo del 20-20-20 imposto dall’Unione europea a tutti i comuni: riduzione delle emissioni di gas Serra del 20%, fabbisogno energetico ricavato per almeno il 20% da fonti rinnovabili e aumento del 20% dell’efficienza energetica»), economiche («attraverso un sistema di azionariato popolare l’energia prodotta viene distribuita gratuitamente agli abitanti») e di riconversione domestica («i risparmi ottenuti dai cittadini, si stima una media di 3.000 € a famiglia, dovranno essere investiti nel raggiungimento della classe energetica “A” della propria abitazione con iterventi sugli infissi, sulla coibentazione e altri»).

Per Arru il progetto si inserisce anche nella lotta allo spopolamento: «vogliamo rendere più appetibile, per qualche famiglia “di fuori”, la possibilità di trasferirsi nelle molte case vuote di Borutta. Abbiamo una media di spopolamento del 10% l'anno».

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