GIAVE. Sembra arrivata definitivamente al capolinea la centenaria storia della stazione di Giave che, fin dai primi anni del secolo scorso, consentiva ai cittadini di Giave, e non solo, di usufruire di un servizio che facilitava loro gli spostamenti da una parte all'altra della Sardegna. Ieri il sindaco Maria Antonietta Uras si è recato nel caseggiato della stazione e ha trovato una bellissima sorpresa: un cancello con un lucchetto collocato all'ingresso della medesima. Sconcerto e rabbia, nelle sue parole: «È un grave danno non solo per il comune di Giave ma anche per tutti i cittadini del Meilogu. Oggi è un giorno molto triste perchè, dopo alcuni solleciti, ho capito di non contare proprio nulla per gli amministratori della Ras e per Trenitalia, da cui mi sarei aspettata un incontro». Una querelle iniziata l'11 gennaio di quest'anno con una lettera del sindaco Uras a Trenitalia dove chiedeva il motivo per cui, da 20 giorni, i treni non facevano più fermate a nella stazione di Giave. La risposta di Trenitalia fu che tutto ciò era dovuto ai numeri esigui sia in salita che in discesa. A tale risposta il sindaco Uras replicò con una missiva indirizzata, oltre che a Trenitalia, anche ai vertici della Regione affermando che tale decisione era ingiusta e che si stava penalizzando una zona importante della Sardegna quale è il Meilogu. «Non ho avuto nessuna risposta all'ultima lettera - ha aggiunto il sindaco -, fino a ieri quando ho visto quel cancello nell'ingresso della stazione. Onestamente mi sento abbandonata dalle istituzioni, mi sento presa in giro e snobbata da chi viene addirittura a casa mia a chiudermi una porta senza permesso e a chiudermi tutte le possibilità di confronto con il territorio e con il mondo esterno». Un altro tassello importante del Meilogu sembra avviato alla fine.