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I Sindaci dell’Unione dei Comuni del Meilogu: «Continueremo la battaglia per la stazione di Giave»

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Giave. I sindaci dell’Unione dei Comuni del Meilogu continuano nella loro battaglia per riapertura della stazione di Giave. Dopo la conferenza stampa dello scorso 28 novembre, la sindaca Maria Antonietta Uras, insieme agli altri primi cittadini, esprime in un comunicato «il suo disappunto e la delusione per la totale mancanza di risposte al problema sollevato per l’accesso del territorio al servizio ferroviario». Sottolineata la mancanza di risposte alle istanze che sono state inoltrate già dal mese di marzo alla Regione Sardegna e alle società del gruppo FSI. Come si legge nella nota «le rassicurazioni dell’assessore Deiana affidate alla stampa, di disponibilità a valutare le esigenze portate da 13 sindaci di paesi che insistono sull’area, si sono rivelate vuote di contenuto e di una anche minima volontà di ascolto».  «Tutto questo - prosegue la nota - mentre si deve assistere a mirabolanti promesse di investimenti per centinaia di milioni di euro sull’infrastruttura ferroviaria, di cui non un solo centesimo è suscettibile di modificare o contenere la desertificazione ferroviaria del Mejlogu, che ha perso via via tre dei quattro punti storici di accesso al servizio. Sono state chieste poche e precise fermate di treni  non veloci nella stazione di Giave che consentirebbero proficui spostamenti in una giornata ed in sicurezza ad un bacino di abitanti che sfiora i 25mila residenti, e non una parola è giunta dalla Regione, né da Trenitalia né da rete Ferroviaria Italiana che gestisce l’impianto. Di fronte a questa mancanza di sensibilità e di rispetto». Dopo aver fatto un accenno alle recenti dichiarazioni del presidente Francesco Pigliaru, definite come «del tutto retoriche e di circostanza», la combattiva prima cittadina e gli altri sindaci «si domandano come possa parlarsi di servizio dignitoso, se non si è neppure capaci di pretendere dalle ferrovie quattro fermate al giorno che costerebbero esattamente nulla, mentre la Regione paga decine di milioni all’anno, solo a Trenitalia; per non parlare dell’investimento in treni e rete a cui la stessa Regione ha contribuito, e contribuisce, con altre decine e decine di milioni di euro». Ricordata l’attivazione del servizio bus intercomunale che può essere adattato, a suo modo di vedere, alle possibili coincidenze con le fermate chieste per i treni. il documento si conclude con la determinazione dei sindaci nel proseguire quella che definiscono una «battaglia di pari dignità per il Mejlogu» annunciando «che la protesta non si fermerà, anche con altre eclatanti iniziative, fino ad ottenere da Regione e Ferrovie l’attenzione e la disponibilità ad un accesso ragionevole ai collegamenti ferroviari della rete FS».

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