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Legmoin (Burkina Faso) ha il suo pozzo

L'appello di Don Bonifacio Da (già parroco di Banari) ha dato i suoi frutti

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BESSUDE. In principio vi fu l'appello di Don Bonifacio Da, il parroco burkinabè che fino a qualche anno fa reggeva la parrocchia di Banari (oggi è vice parroco a Ploaghe). Il suo villaggio d'origine, Legmoin, aveva un grosso problema, quello dell'accesso all'acqua. Per averne un po' le donne e i ragazzi dovevano caricarsi sulle spalla, o sul capo, delle taniche. Ogni giorno, a piedi e per sei chilometri di andata e ritorno. Ma tutto questo fino a un mese fa. Ora, grazie ai fondi raccolti da un comitato di volontari (promosso dal Prof. Gavino Cabras, già sindaco di Bessude) il villaggio può disporre di un punto di approvvigionamento al suo interno, grazie ad un pozzo trivellato che alimenta un piccolo deposito. La somma necessaria (circa diecimila euro) è stata raccolta mettendo insieme le generose offerte delle scolaresche di Thiesi e Bonnanaro, del Liceo Azuni e dell'Istituto Kennedy di Sassari, della parrocchia di S. Gavino di P. Torres e di molti cittadini di Banari, Bessude, Thiesi, Cheremule, Ploaghe e Sassari. Don Bonifacio aveva da tempo dato l'allarme sull'alta mortalità infantile dovuta alla  grave situazione igienica determinata dall'assenza dell'acqua. Lui stesso, durante il suo ultimo viaggio a Legmoin, aveva affidato ad un'impresa della zona i lavori per la realizzazione del piccolo acquedotto. Per Gavino Cabras «ora sarebbe opportuno rendere più funzionale l'acquedotto dotandolo di un pannello fotovoltaico per l'energia necessaria ad azionare una pompa sommersa per il recupero dell'acqua dal pozzo,  operazione che ora è resa possibile manualmente e a fatica. Per questa ragione il comitato intende continuare la sua opera per reperire i fondi necessari».

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