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Siccità nel Nord Sardegna. A Thiesi si alza il grido del mondo delle campagne e dei sindaci: «la Regione ci aiuti»

L’Unione dei Comuni del Meilogu all’assessore Caria: «Ascolti il grido disperato delle nostre comunità»

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Thiesi. Una siccità forse senza precedenti. La mancanza di acqua sta mettendo a dura prova le aziende agricole, con gravi ripercussioni per l’economia del territorio. Il Bidighinzu è ai minimi storici. Un segnale di allarme che è stato lanciato nel corso di un incontro pubblico che si è svolto a Thiesi. Già da alcuni giorni è in giro per i paesi una petizione del consigliere Piermario Manca in cui si chiede, tra l’altro, l’immediato riconoscimento dello stato di calamità naturale, l’acquisto di scorte alimentari per il bestiame e la garanzia per le aziende di avere acqua per tutta la durata della siccità.

A detta di Manca, sono state raccolte molte firme, tra cui 600 in rete. La sua idea è quella di sollecitare i presidenti delle Unioni dei Comuni e delle Comunità Montane a recarsi a Cagliari e chiedere personalmente l’intervento del presidente Pigliaru. Un'altra richiesta, stavolta destinata all’assessore dell’agricoltura Pierluigi Caria, è quella di recarsi a Roma e chiedere lo sblocco immediato delle pratiche del P.S.R.

La speranza è che quest’incontro con il presidente regionale avvenga già la prossima settimana.

Anche il Meilogu ha voluto dire la sua riguardo il grave problema della siccità. Nel suo intervento iniziale, Gianfranco Soletta (sindaco di Thiesi), ha rimarcato come questa situazione non abbia precedenti.

Molto duro l’intervento di Salvatore Masia (sindaco di Cheremule e presidente dell’Unione dei Comuni del Meilogu): «i Comuni del Meilogu sono stati tra i primi in Sardegna a dichiarare lo stato di Calamità naturale. Lo si è deciso perché, lavorando in questi anni con la Regione, abbiamo imparato che nel dubbio tra fare e non fare conviene fare. Già a gennaio ci siamo accorti che il Bidighinzu stava scendendo a vista d’occhio con un conseguente problema di siccità. La nostra preoccupazione non era solo per il mondo agropastorale ma anche per i problemi (sanitari, potabili, civili) che saranno causati da questo.

Non risparmiate critiche all’assessore Caria: «Siamo stati i primi a chiedere un appuntamento all’assessore dell’Agricoltura». Il sindaco di Bonorva (Massimo D’Agostino nda) sta cercando da dieci giorni di contattarlo, senza riuscire a parlarci. Abbiamo mandato anche delle lettere a tutte le e-mail, comprese le pec. Non ci ha risposto. Siamo stati due mesi senza assessore dell’Agricoltura».

Denunciata anche la pesante situazione del Comune da lui amministrato: «Ho chiesto aiuto alla Protezione Civile anche per l’acqua potabile. Si sono seccati i pozzi e siamo ancora a maggio. Oggi siamo a governare una situazione di siccità che invece doveva essere già dichiarata in automatico visto che lo stiamo chiedendo da mesi».

Sulla stessa linea Maria Antonietta Uras (sindaca di Giave) e Massimo D’Agostino (sindaco di Bonorva).

La prima cittadina si chiede se in Regione siano a conoscenza di tale situazione. «Oggi l’assessore doveva essere presente, è ora di finirla di prenderci in giro. Noi abbiamo bisogno di liquidità per andare avanti. Gli allevatori non avranno i soldi neanche per pagare i contributi. Vogliamo fatti e non parole».

«Quello che mi dispiace è che ci siano assessorati che aprano le porte ai sindaci mentre altri le chiudono in faccia – così D’Agostino-. Loro devono ascoltarci e non lo stanno facendo, almeno non tutti. L’unico problema che ho è che la mattina mi ritrovo gli allevatori in Comune e non so darli risposte e quando chiamo l’assessore è perché voglio che sia lui a venire quà a  fornirle ma non c’è».

Come Unione dei Comuni è stata inviata una lettera, datata 23 maggio, all’assessore Caria in cui si esprime una forte preoccupazione per la situazione drammatica causata dalla siccità nel Meilogu. Una situazione che ha compromesso, si legge nella missiva, «le produzioni e le attività delle aziende agro-pastorali di questo territorio». Denunciato il fatto che «gli operatori, ormai in ginocchio, si riversano quotidianamente nei nostri Comuni allo scopo di ottenere risposte che noi non siamo in grado di fornire e le nostre rassicurazioni non sono più nemmeno di conforto tanta è la disperazione che si legge nei loro occhi». Sono già 359 le richieste di aiuto arrivate agli uffici dei Comuni ma il numero dovrebbe continuare a salire. A ciò vanno aggiunte le istanze presentate per le gelate che hanno colpito prevalentemente i vigneti. Chiesto un’incontro urgente presso la sede di Bonorva.

Rivolto un appello all’assessore: «le facciamo preghiera di voler dare precedenza alla nostra richiesta e raccogliere il grido disperato delle nostre comunità».

Al coro si sono uniti anche Gavino Pinna (consigliere del Comune di Ittiri), Quirico Meloni (presidente dell’Unione dei Comuni del Villanova e sindaco di Villanova Monteleone), Gavino Falconi (Comunità Montana del Goceano), Andrea Nieddu (sindaco di Berchidda),  Angelo Sini (sindaco di Pattada), Antonello Cubaiu (sindaco di Nulvi), Sandro Unali (consigliere regionale) e Piero Sircana (sindaco di Oschiri). Tutti uniti in un unico coro: «la Regione ci aiuti». In conclusione Piermario Manca ha auspicato una presa di posizione unitaria.

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