Bonorva. «Credo che il Meilogu sia il territorio più colpito della Provincia di Sassari». Con queste parole che Salvatore Masia (presidente dell’Unione dei Comuni del Meilogu) ha introdotto l’incontro di martedì 6 giugno con l’assessore regionale dell’Agricoltura Pierluigi Caria.
Una presenza, la sua definita, come «un sollievo» da Masia che ha portato all’attenzione la grave situazione in cui versa il territorio dal punto di vista idrico. Il suo auspicio è che la Regione si faccia tramite con il Governo nazionale affinché sia dichiarato lo stato di calamità naturale. Per quanto riguarda il Comune da lui amministrato (Cheremule NDA), ha rimarcato come sia stato chiesto aiuto alla Protezione Civile per quanto riguarda l’acqua potabile. Richiesto anche un incontro pubblico.
Antonio Marras (Bonnanaro) ha chiesto l’attivazione di soluzioni strategiche, tipo la creazione di laghetti collinari. Sottolineato come anche gli agricoltori abbiano subito dei danni a causa della siccità .
Maria Antonietta Uras (Giave) ha chiesto lo sblocco dei premi comunitari. «Siamo in crisi, le aziende sono in ginocchio e bisogna dichiarare lo stato di calamità naturale». La prima cittadina ha fatto anche un accenno alle gelate dell’aprile scorso.
Gianfranco Soletta (Thiesi) ha voluto ringraziare l’assessore per la sua presenza. Un richiamo è stato all’incontro, un po’ animato, che si è svolto alcuni giorni fa a Thiesi. «Questo ha messo in evidenza lo stato d’animo di un comparto – queste le sue parole -. Io ho paura che, quest’anno, morirà anche buona parte del bestiame». La sua proposta è stata quella dell’utilizzo delle fonti che possano servire da supporto agli allevatori per poter abbeverare gli animali. Sarebbe una procedura d’urgenza ma le stesse, ha sottolineato Soletta, hanno necessità di interventi strutturali. A suo parere bisogna trovare delle soluzioni anche per l’eventuale smaltimento delle carcasse degli animali e per combattere la desertificazione.
Mario Sassu (Siligo), nel chiedere l’aiuto dell’assessorato, ha posto l’accento sul fatto che «il trasporto dell’acqua è costosissimo. Noi ci siamo resi disponibili per consentire il prelievo dell’acqua per le aziende agricole».
Massimo D’Agostino (Bonorva), durissimo nei giorni scorsi con l’assessore Caria, ha contestato il metodo con cui la Regione intende affrontare queste problematiche. «Mi chiedo perché la Regione non capisca la necessità che noi Sindaci abbiamo di trovare il lei un interlocutore valido». Per D’Agostino sarebbe stato più utile un incontro pubblico con i pastori. «La funzione di un consigliere o di un assessore regionale – ha concluso il primo cittadino di Bonorva – è quella di una persona che deve venire a colloquiare con il suo territorio. Io non sono in grado di dare delle risposte agli allevatori e agricoltori che ogni mattina vengono in Comune per chiedere delle spiegazioni».
«Quello che noi oggi ti chiediamo – così Mariano Soro (Pozzomaggiore) – è un intervento immediato. Non abbiamo più tempo. Ci dovete dare un aiuto, anche minimo, per poter gestire un Comune in maniera decente».
Silvano Arru (Borutta) ha chiesto quali spiegazioni deve dare ai suoi amministrati circa la siccità e le gelate.
Nell sue risposte, Caria, accompagnato dal capo di gabinetto Valerio Meloni, ha promesso tutto il suo impegno per risolvere questa situazione di crisi. «Io sono stato nominato 90 giorni fa e ho cercato di entrare da subito nelle dinamiche dell’assessorato. Un critica che non mi può essere mossa è quella di non essere andato in giro a incontrare la gente. Non ho il dono dell’ubiquità ». Per quanto riguarda le gelate, l’assessore ha sottolineato come lui stesso abbia chiesto ai Sindaci di adottare le delibere per dichiarare lo stato di calamità . «Abbiamo fatto una richiesta ugualmente in deroga e, sostanzialmente, il capo di gabinetto del ministero – così Caria – ci ha comunicato che, nella finanziaria che si sta andando a fare, è stato inserito un comma proprio per il riconoscimento dello stato di calamità . Il fondo nazionale non ha grandi risorse».
Per l’assessore ci potrebbe essere la possibilità di reperire delle risorse nel bilancio regionale. Problema, questo, che l’assessore ha già posto sul tavolo della giunta. Rimarcato come ci siano i tempi per adottare la delibera di calamità naturale.
Per quanto riguarda il tema dell’acqua, Caria è rimasto sorpreso in negativo. «I bacini non sono in collegamento tra di loro. Nei posti dove serve non abbiamo fatto le condotte. In vari casi viene buttata a mare». Annunciato, al riguardo, «l’arrivo delle risorse attraverso i fondi FSC. Abbiamo 30 milioni che possiamo investire con i consorzi di bonifica. I soldi destinati all’assessorato dei Lavori Pubblici (sempre FSC) riguardano la politica dei bacini, le dighe, i collaudi, le stazioni di sollevamento e qualche piccolo sbarramento».
Sul tema dei pagamenti, l’assessore ha dichiarato come «la Regione Sardegna è quarta a livello nazionale. Dal primo gennaio 2016 abbiamo pagato alle aziende 208 milioni. Dal primo gennaio 2017 ad oggi ne abbiamo pagato 80. Non siamo indietro. Bisogni essere chiari: ad esempio, molte pratiche del benessere animale non sono state pagate perché sono sbagliate. Ho chiesto al ministero che venga creato un tavolo per rivedere queste pratiche. L’unico vero ritardo è quello sulle assicurazioni, ma è una cosa a livello nazionale. Ci siamo confrontati e Argea ha preso un impegno che il 2015 verrà pagato entro fine luglio di quest’anno».