La Giunta regionale, udita e condivisa la proposta dell'Assessore della Difesa dell'Ambiente, visto il parere favorevole di legittimità del Direttore generale
DELIBERA
- di approvare la proposta di designazione della ZPS “Campu Giavesu” in Comune di Giave come descritto in premessa, il cui perimetro è riportato nell'elaborato cartografico allegato (A) alla presente deliberazione per farne parte integrante e sostanziale;
- di dare mandato all’Assessore della Difesa dell’Ambiente affinché trasmetta la proposta al Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare per la successiva designazione.
È quanto si legge nella delibera regionale del 17 ottobre, in merito alla proposta di designazione di una Zona di Protezione Speciale (ZPS) avanzata dal Comune di Giave per la tutela di specie di avifauna d’importanza comunitaria presenti nel proprio territorio. La Zps, ricadente nel comune di Giave, occupa un territorio di 1.852 ettari comprendendo il settore dalle pendici di Monte Traessu, Campu Giavesu e i terreni a Nord Ovest e Sud Ovest del paese.
Questa la premessa della relazione
La presenza da diversi anni di un importante sito di riproduzione di Cicogna e di Gallina prataiola e di diverse altre specie indicate nell’allegato I della Direttiva dell’Unione Europea “Uccelli” nel territorio del comune di Giave permette di avanzare la proposta di costituzione di una Zona a Protezione Speciale (ZPS) per la conservazione delle stesse specie.
La Direttiva 2009/147/CE, 30 novembre 2009 concernente la conservazione degli uccelli selvatici impone agli stati membri di adottare le misure necessarie per mantenere o adeguare la popolazione di tutte le specie di uccelli di cui all’articolo 1 a un livello che corrisponde in particolare alle esigenze ecologiche, scientifiche e culturali, pur tenendo conto delle esigenze economiche e ricreative.
Sulla base della Direttiva gli Stati membri devono anche adottare le misure necessarie per preservare, mantenere o ristabilire, per tutte le specie di uccelli di cui all’articolo 1, una varietà e una superficie sufficienti di habitat attraverso l’istituzione di zone di protezione, mantenendo e sistemando conformemente alle esigenze ecologiche gli habitat situati all’interno e all’esterno delle zone di protezione.
Gli Stati membri classificano in particolare come zone di protezione speciale i territori più idonei in numero e in superficie alla conservazione di tali specie nella zona geografica marittima e terrestre a cui si applica la presente direttiva.
Le ZPS sono, insieme ai Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e alle Zone Speciali di Conservazione (ZSC), evoluzione dei SIC individuati, aree della Rete Natura 2000, strumento istituito sul territorio dell’Unione Europea sulla base della Direttiva “Habitat” 92/43/CEE.
L’individuazione delle aree Natura 2000, secondo la direttiva Habitat, deve essere fatta con criteri puramente scientifici come previsto nell’allegato III della stessa direttiva, mentre i SIC seguono una procedura con più fasi e diversi interlocutori per le ZPS gli stessi stati membri indicano un elenco di aree in cui si riscontrano le specie di cui agli allegati I della direttiva “Uccelli”, e queste sono subito inserite nella rete Natura 2000 (art.6 Direttiva Habitat).
L’individuazione delle ZPS in Italia è svolta dalle Regioni e dalle Province autonome che richiedono la designazione al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, presentando un formulario standard dei siti proposti. Il Ministero a sua volta trasmette i formulari e le cartografie alla Commissione Europea.
Dal momento della trasmissione le zone di protezione speciale entrano automaticamente a far parte della Rete Natura 2000 e su di esse si applicano pienamente le indicazioni della Direttiva in termini di tutela e gestione.
Una volta istituita la ZPS è necessario sia individuato il soggetto gestore: la normativa attualmente non individua un particolare ente cui affidare la gestione, pertanto, essa può essere affidata agli enti locali che hanno così la possibilità di continuare ad avere il governo del territorio.
La Regione Sarda con diversi bandi sulla “Rete ecologica regionale”, che finanziano, oltre che le attività di valorizzazione e conservazione, i Piani di Gestione delle aree Natura 2000 sarde, ha fatto la precisa scelta di avere i Comuni quali interlocutori privilegiati, demandando ad essi la possibilità di redazione del piano di gestione e di conseguenza l’individuazione di criteri di gestione delle aree il più possibile aderenti alla realtà del territorio stesso. Pertanto, pur se la competenza normativa in materia è in capo alle regioni, questa amministrazione ha ritagliato per sé il ruolo di indirizzo demandando al territorio la gestione nella convinzione che il coinvolgimento diretto e partecipato sia la maggiore garanzia di successo.
Una volta istituita la ZPS si provvederà alla redazione del Piano di Gestione che avrà compito di individuare le “misure di conservazione” più idonee allo scopo di disciplinare le attività del territorio e proporre interventi di gestione attiva dei siti, per consentire di mantenerli in un buono stato di conservazione, e stabilire regole mirate alla tutela della singola emergenza da proteggere.
Nella redazione del Piano si dovrà tenere conto dei “Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative alle Zone di Protezione Speciale (ZPS)” indicate nel Decreto del Ministero dell’Ambiente del 17 ottobre 2007, modificato dal decreto del 22 gennaio 2009. Al piano di gestione deve essere data la più ampia diffusione consentendo a tutti gli interessati di formulare osservazioni e suggerimenti per giungere a strategie di sviluppo del territorio compatibili con l’ambiente e con le esigenze locali.